Per fortuna Antonio Casamonica non si troverà, come le stars a bere del whisky al Roxy bar, bensì a bere acqua in una Casa circondariale: è stato, infatti, condannato a 7 anni di reclusione per il pestaggio (a suon di cinghiate) a una donna disabile all’interno del Roxy Bar, a Roma.
Il Tribunale lo ha condannato anche a risarcire 60mila euro alla vittima dell’aggressione, 20mila euro ciascuno ai due titolari del locale, 5mila euro alla Regione Lazio e 20mila euro a ognuna delle altre parti civili costituite.
Per il pm Giovanni Musarò, che al termine della sua requisitoria aveva chiesto 7 anni e 4 mesi di carcere con l’accusa di lesioni e violenza privata, aggravati dal metodo mafioso, il pestaggio è l’espressione lampante del metodo mafioso usato dal clan Casamonica per rivendicare il potere su quello che ritengono il loro territorio – la Romanina – e si concretizza in “una volgarità e in una violenza spropositata, adottata nella certezza dell’impunità, nella convinzione che nessuno avrebbe avuto il coraggio di denunciare”.
Una telecamera interna ha però ripreso l’aggressione, incastrando “l’esecutore materiale” Alfredo Di Silvio (già condannato col rito abbreviato a 4 anni e 10 mesi di reclusione) e il “mandante” Antonio Casamonica.