Verso le 19:00 (CAT) del 22 maggio 2021, c’è stata un’eruzione del vulcano Nyiragongo, situato presso la città di Goma nella Repubblica Democratica del Congo. Un fianco della montagna si è aperto e la lava ha cominciato a defluire verso la città di Goma, situata circa 20 chilometri a sud e con una popolazione di 2 milioni di abitanti. Il governo della RDC ha esortato i residenti della città a evacuare. Si stima che il flusso di lava si sia spostato a 1 chilometro all’ora, dando alle persone il tempo di fuggire.
La lava alla fine si è fermata nel distretto di Buheme alla periferia nord della città, distruggendo centinaia di case ed edifici nell’area. Nonostante i precedenti rapporti secondo cui la lava aveva raggiunto l’area urbana, giungendo persino all’aeroporto di Goma, situato a sud della città, è stato successivamente confermato che l’aeroporto e il centro abitato non sono stati interessati dal fenomeno. Tuttavia, il flusso di lava ha attraversato la strada N2, tagliando Goma fuori dalla città di Beni a nord.
Le conseguenze
Circa 8.000 cittadini di Goma si sono rifugiati in Ruanda. L’UNICEF ha affermato che esiste la possibilità che gli sfollati tornino a casa e scoprano che le loro case non esistono più. Oltre a coloro che sono fuggiti in Ruanda, altre 25.000 persone sono fuggite a nord-ovest del Sake, ha aggiunto l’UNICEF.
Il 23 maggio, dopo la notizia che il flusso verso Goma era cessato, il ministero per la gestione delle emergenze del Ruanda ha riferito che i rifugiati erano per lo più tornati a casa. L’Organizzazione internazionale per la sicurezza delle ONG ha notato il 23 maggio che la lava sembrava scorrere verso il confine ruandese e ha consigliato agli operatori umanitari nel nord di Goma di spostarsi a ovest per sicurezza. Il ministro delle comunicazioni della RDC Patrick Muyaya ha dichiarato che i tremori sismici hanno continuato a essere rilevati e ha consigliato di vigilare ed evitare viaggi non essenziali.
Eventi successivi e bilancio
Il 24 maggio, forti scosse di assestamento hanno fatto tremare ancora Goma.
Il 25 maggio, alle 11:03, un terremoto di magnitudo 5,3 ha colpito nelle vicinanze, distruggendo diversi edifici e facendo temere che un’altra eruzione fosse imminente.
Il portavoce del governo Patrick Muyaya ha dichiarato la notte del 23 maggio che quindici persone erano morte: due bruciate, nove in un incidente stradale durante la fuga e quattro prigionieri uccisi mentre tentavano di evadere dalla prigione di Camp Munzenze a Goma. L’UNICEF ha denunciato la scomparsa di oltre 170 bambini e 150 bambini separati dalle loro famiglie. Il 24 maggio sono stati trovati altri cinque corpi di vittime asfissiate, portando il bilancio a 20. Il bilancio delle vittime è salito in seguito a 32, poiché alcune persone sono morte il 24 maggio dopo aver inalato fumo e gas tossici mentre camminavano su una sezione di lava raffreddata. Lo ha annunciato Patrick Muyaya, che ha anche rivelato la possibilità di un aumento del numero dei morti mentre la ricerca di persone scomparse continua.
Il Norwegian Refugee Council ha riferito che seicento case e cinque scuole erano state distrutte. Diciassette villaggi intorno al vulcano hanno riportato danni, anche se il flusso si è interrotto appena fuori Goma.
Secondo le Nazioni Unite, al 25 maggio, 17 villaggi, per un totale di oltre 1.000 case, sono stati distrutte.
Di chi è la colpa?
I residenti hanno incolpato l’Osservatorio del vulcano di Goma per non aver fornito l’allarme dell’eruzione. La Banca Mondiale aveva eliminato i fondi per gli scienziati che eseguivano l’osservazione nel 2020. L’osservatorio aveva smesso di monitorare il vulcano pochi mesi dopo.
Il 10 maggio 2021, l’osservatorio aveva emesso un avvertimento in cui dichiarava che l’attività sismica al Nyiragongo era aumentata. Aveva inoltre avvisato che il lago di lava del vulcano si stava riempiendo, aumentando le possibilità di un’eruzione e/o di un terremoto. Secondo il direttore scientifico dell’Osservatorio vulcanico di Goma, Celestin Kasereka Mahinda, la mancanza di fondi è stata la ragione che ha reso difficile per gli scienziati dell’Osservatorio mettere in guardia il pubblico sull’eruzione. Mahinda ha anche consigliato alla gente di Goma di evitare di andare in luoghi che sono stati colpiti dalla lava dato che questa può risultare tossica.
Piove sul bagnato
L’eruzione di pochi giorni fa è solo l’ultimo disastro in ordine di tempo ad aver colpito questa martoriata zona del mondo. Nel 1994 l’afflusso di oltre 800.000 rifugiati dal Ruanda, profughi dal massacro degli Hutu, creò una massiccia emergenza umanitaria che a sua volta provocò un’epidemia di colera con migliaia di vittime. Nel 2002 vi fu un’altra eruzione del vulcano Nyiragongo. Successivamente, nel corso delle due guerre civili congolesi, Goma è stata teatro di numerose battaglie. In seguito, le ribellioni locali avvenute nel 2007, 2008, 2012 e 2013, con la successiva riconquista da parte delle forze governative, hanno provocato altre migliaia di vittime. Nel 2012 vi sono stati nei pressi di Goma scontri tra l’esercito congolese e quello ruandese. Tra il 2018 e il 2020 vi sono stati in zona numerosi focolai di Ebola. Dulcis in fundo, l’eruzione di pochi giorni fa.
Goma si trova pochi chilometri di distanza dal lago Kivu, caratterizzato dalla presenza di grandi quantità di anidride carbonica disciolti negli strati acquatici più profondi, mantenute al loro posto esclusivamente dal peso dell’acqua che le sovrasta. Ulteriori fenomeni sismici potrebbero provocare un’eruzione limnica, ovvero il rilascio massiccio e molto rapido dell’anidride carbonica, che formerebbe una nube di gas mortale. Fenomeni analoghi si sono verificati nel 1984 nel lago Manoun e nel 1986 nel lago Nyos, ambedue in Camerun. Nel primo caso morirono 37 persone, nel secondo caso 1.700 persone ed oltre 3.000 bovini. Nel caso che si verificasse nel lago Kivu i morti sarebbero centinaia di migliaia.
A quanto pare il destino si accanisce su questo sperduto angolo d’Africa. Quando torverà un po’ di pace?
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