Playboy, non una semplice rivista. Un mito della mia generazione. E di tutte quelle generazioni che mi hanno preceduto. Sì perché, cari millennials, ai nostri cari vecchi tempi era molto complicato essere adolescenti. Non c’era internet. Non c’era niente di niente. Per i più fantasiosi c’era Postalmarket.
Playboy era il massimo del massimo. Bellissima carta che ritraeva donne meravigliose. Il sogno dell’americana: coscia lunghissima, seno perfetto, sedere da perdere i sensi. Erano bellezze vere, senza uso di siliconi e chirurgia. La classica ragazza della porta accanto, denudata e fotografata dai migliori professionisti della macchina fotografica.
Poi è arrivata l’ondata di modernità: bisturi e silicone. E le bellezze del paginone centrale hanno cominciato a diventare un po’ tutte uguali. Ma pur sempre donne. E ci facevano ancora sognare. Perché Playboy era Playboy. E tutti noi lo abbiamo sfogliato più e più volte.
Bretman Rock
Adesso questo mondo impazzito ha sgretolato un altro punto di riferimento della nostra gioventù. È stato abbattuto, polverizzato, macerato e massacrato, svilito sotto il nome di Bretman Rock.
Costui è un influencer USA di origine filippina di 23 anni. Si è dichiarato omosessuale e pertanto è appoggiato dalla potentissima lobby gay. Nella vita insegna a truccarsi. Su YouTube. Naturalmente è anche protagonista di un reality su Mtv, ha un seguito su Instagram di oltre 17 milioni di seguaci. Ovviamente è pure un attivista (con o senza apostrofo?) militante della comunità Lgbtq.
Quindi la gloriosa rivista fondata nel 1953 da Hugh Hefner (per fortuna passato a miglior vita prima di vedere questa eresia) ha fatto il salto della barricata. Si è piegata al racket delle minoranze. Asteroide, arriverai sempre troppo tardi!
«Il fatto che Playboy abbia un maschio in copertina è una gran cosa per la comunità Lgbt, per la mia comunità di colore, ed è tutto così surreale. Viene da chiedersi, sta succedendo davvero? E io sono così grazioso». Queste sono state le pregnanti e profonde parole che l* nuov* conigliett* ha scritto su Twitter (vaffancul*).
C’è da dire che Playboy aveva avuto un tracollo verticale di letture negli ultimi anni. Adesso è praticamente morto. Sepolto dall’idiozia del genere umano.
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