Politica estera: carta identità cercasi

Politica estera: carta identità cercasi.Politica estera: carta identità cercasi.Fino a qualche tempo fa, anche in conseguenza della fine delle contrapposizioni ideologiche, i problemi di politica estera erano considerati più o meno un argomento da forum per esperti. Nella formazione del consenso il nocciolo della questione era determinato dalle scelte di politica interna.

Tutto cambiato

Oggi tutto si è ribaltato. Potremmo addirittura affermare che senza politica estera non esiste neppure la politica nazionale. Il ventaglio delle drammatiche urgenze in rubrica è totalmente rappresentato da gravi crisi internazionali:sanitaria, bellica, alimentare, energetica, finanziaria, economica…

Se l’azione dei partiti non acquisirà la necessaria lungimiranza in politica estera, frutto di studio e preparazione, lasciandosi alle spalle le solite risse elettorali da pollaio, diventerà insignificante, anzi nulla.

Manca la strategia

Ma una politica estera forte e significativa richiede una strategia precisa, non può essere buona per tutte le stagioni.A nostro parere,questi, a seguire, i capisaldi di una politica estera robusta e di prospettiva.

Il primo pilastro è sicuramente l’europeismo, non inteso come mera somma o sottrazione delle singole sovranità nazionali, ma come corpo ed anima comune. Una proposta al riguardo: creazione di un esercito unico della UE, entro un quadro in cui un forte ministero degli esteri comunitario sia traino di sintesi e non agisca come risulta delle opzioni nazionali.

Una seconda architrave:convinta conferma dell’adesione alla Nato e quindi alla politica atlantica come “complemento” dell’europeismo e non mera sovrapposizione rispetto ai disegni USA.

Politica energetica europea

Altra priorità: urgente determinazione di una politica energetica europea con l’immediata creazione di una task force dedicata ad una comune contrattazione dei prezzi rispetto a fornitori extra-continentali.

Infine, appare come ineludibile prendere una posizione concertata e non equivoca sulla Cina, tra i maggiori responsabili della destabilizzazione del quadro mondiale, in nome di un neo-imperialismo post-ideologico.

In conclusione sorge spontanea una domanda non ininfluente: siamo sicuri che tutti i partiti italiani, dietro le cortine fumogene della propaganda, possano esibire una propria credibile carta di identità in tema di politica estera?

 

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