Politica italiana: i professionisti del “sur place”
Il surplace (dal francese sur place, “sul posto” ) è una tecnica, utilizzata soprattutto nelle gare di velocità del ciclismo su pista, che permette di rimanere fermi in equilibrio sulla bicicletta in attesa del momento migliore per attaccare e sorprendere l’avversario.
In Italia
A nostro parere, nella politica italiana attuale c’è davvero qualcuno che aspira ad adottare questa tattica sportiva. C’è infatti chi guida il gruppo essendo molto avanti, tanto avanti da permettersi di guardare poco alle spalle. Altri invece che rincorrono con ritrovata vis agonistica preparandosi in modo agguerrito alle future volate di rivincita che via via verranno. Nel mezzo si trova invece chi vuole accorciare il gruppo, rallentandolo e compattandolo, per attendere con scaltrezza l’opportunità migliore. Proprio costui cerca di arrivare con la furbizia laddove nulla può attraverso la forza. In altre parole, se non provoca il “sur place” le speranze di vittoria sono nulle.
L’evoluzione
La politica italiana vive una congiuntura molto permeabile ai possibili sur place. Molte le contingenze in via evolutiva e/o involutiva rispetto allo scenario generale italiano: il delicato momento vissuto dal Presidente Berlusconi; le recite a soggetto della Schlein, lontana dall’aver conferito al PD un assetto stabile; l’evaporazione politica del M5SS; le non infrequenti turbolenze dentro il centro-destra; infine, i giochi di prestigio giornalistico-politici di Matteo Renzi.
La situazione internazionale
Numerose anche le contingenze internazionali: la guerra in Ucraina; l’ombra sul mondo del gigante cinese; le fragilità dell’amministrazione Biden ; i tentennamenti dell’UE su dossier cruciali come alcuni di quelli legati allo sviluppo ed all’immigrazione.
Ma, affinchè la tattica del sur place abbia successo, occorre che i competitori più forti cadano nella trappola. Chi ha vinto le elezioni con un sostegno davvero ampio non ha interesse alcuno a rallentare. Così chi guida l’opposizione, nel tentativo di organizzare un’alternativa di prospettiva.
Tanto basterebbe per lasciare qualcuno (ma da solo) una vita intera in sur place.
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