Polizia fiscale in stile sovietico con tanto di spie, benvenuti nella nuova Italia

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Polizia fiscale – Siamo sempre più vicini ad uno Stato di polizia fiscale. L’Italia dal 29 gennaio, con il recepimento delle direttiva europea Dac 6 spalanca le porte ad una vera e propria stagione di controlli e di verifiche sui contribuenti.

 

Controlli questi che saranno declinati con l’uso della delazione da parte degli operatori del settore tributario. Le norme che presto entreranno in vigore metteranno sul campo un obbligo preciso per tutti i contribuenti: dovranno denunciare alle autorità fiscali, ergo all’Agenzia delle Entrate, tutte le situazioni a rischio evasione. Soprattutto dovranno farlo i consulenti dei contribuenti, in prima fila i commercialisti. Un nuovo corso che è abbastanza coerente con quanto messo nero su bianco nell’ultima manovra e nel decreto fiscale.

La lotta al nero di fatto è stata definita una “priorità nazionale” e dunque il Fisco andrà a mettere il naso su tutti i conti correnti, i movimenti e i pagamenti letteralmente a briglie sciolte. Come se non bastasse ad inasprire questa situazione è arrivata anche la direttiva Dac 6. Già in passato con altre direttive si è dato il via allo scambio automatico dei dati fiscali, aprendo così di fatto la strada verso verifiche e controlli più stringenti. Ma con la manovra varata per il 2020, la lotta all’evasione fiscale è diventata il nodo principale dell’azione del governo giallorosso.

Stretta sui pagamenti in contanti e nuove soglie per il cash. Ma anche dati mandati alla Gdf che di fatto potrà accedere a tutta una serie di informazioni che in questo momento erano solo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Si va a costituire dunque una sorta di morsa attorno ai contribuenti che rischia di mettere a rischio il rapporto tra il cittadino e il Fisco. I dati che le Entrate monitoreranno saranno sulla carta anonimi. Un codice alfanumerico verrà collegato al soggetto a rischio che poi in una seconda fase dovrà affrontare un accertamento fiscale.

Il Garante della Privacy ha più volte mostrato perplessità proprio su questo punto, ma a quanto pare il Fisco proseguirà per la sua strada andando a creare vere e proprie black list che serviranno a stanare i furbi. Per incentivare la delazione sono stati previste anche delle sanzioni pesanti. Chi si rifiuta di segnalare un soggetto a rischio evasione rischia una multa che va da un minimo di 2mila euro ad un massimo di 21mila euro.

Cifre da capogiro che spiazzano tutti gli operatori del settore già sul piede di guerra. la direttiva Dac 6, come ricorda Italia Oggi, è forse uno degli ultimi tasselli che vanno a cambiare il regime dei controlli fiscali. Ma evidentemente la sete di far cassa da parte dell’Erario non si fermerà e così è probabile che possa arrivare anche una nuova direttiva con un sistema ancora più stringente. Insomma i contribuenti rischiano di restare schiacciati sotto il peso dei controlli, del sospetto e di uno Stato che è pronto a dare bastonate fiscali in nome delle esigenze di cassa…

 per www.ilgiornale.it

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