Prigozhin.Morto un guerriero. I suoi lo vendicheranno
La morte di Evgenij Prigozhin, comandante della Wagner avrà conseguenze disastrose. Lo hanno detto i suoi. E prendiamoli in parola.
Terrorismo
Dobbiamo prenderli in parola semplicemente perché c’è chi fa la morale agli altri, chi dipinge Kiev e soprattutto che le sta dietro, come il paradiso della democrazia e dei diritti, ma non guarda agli atti criminali che commette.
Questo attentato, perché non credo assolutamente si tratti di un incidente, ricorda quello a Daria Dugina.
L’assassinio di una giornalista appena ventenne, che qualcuno voleva spacciare come un atto di guerra.
Ora magari nel caso di Prigozhin, possiamo parlare di un soldato, ucciso con metodi moderni. Ma nel caso di quella giornalista nessuno si azzardi a dire che non si è trattato di un atto criminale, indegno, ingiustificabile.
La reazione
Se si porta la guerra sul piano degli attentati non si può pretendere che la controparte non renda atti analoghi, se va bene solo in Ucraina, se va male anche nei paesi occidentali che la sostengono. Magari anche solo per colpire quei governi che continuano a dare supporto a Kiev.
E la politica degli attentati porterà ai morti tra la nostra gente. Porterà il terrore nelle nostre case. Non è col terrorismo che si possono vincere le guerre.
Non è con le bombe vigliacche che si cancella il mito di un guerriero, che diventerà sempre più forte presso il suo popolo. E chi ha creduto in lui combatterà per vendicarlo ancora più determinato.
Prima di vedere la morte nelle nostre città, nei nostri vicoli, tra i nostri amici, prima di vedere il terrore colpire i nostri figli, sarebbe il caso di procedere verso la pace.
Una pace che conviene soprattutto a noi. Non sfidiamo l’Orso Russo, un popolo abituato a soffrire per il suo paese. Perché ci può rendere una sofferenza che la nostra gente non è in grado di tollerare.
Fonte: Lorenzo Gioli nicolaporro.it
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