Il Primeiro Comando da Capital (PCC), Primo Ordine della Capitale, è un’organizzazione criminale brasiliana fondata nel 1993 da compagni della Prigione Taubatè a San Paolo. Oggi è considerata tra le organizzazioni più pericolose al mondo, ma già dal principio il PCC si è reso responsabile di svariati atti criminali come l’organizzazione di evasioni dal carcere, rivolte in cella, traffico di droga, furto e attività terroristiche. Può contare su un nutrito numero di affiliati, almeno 130.000.
Il nome si riferisce alla città di San Paolo, che è la capitale dello stato omonimo. Poiché la città e lo Stato hanno lo stesso nome, la gente si riferisce alla città come “la capitale”.
Il Primeiro Comando da Capital ha creato una rete di supporto per i suoi membri detenuti che ha il compito di provvedere al pagamento degli avvocati e al mantenimento delle famiglie dell’affiliato. La diffusione nelle sovraffollate carceri brasiliane è capillare, il PCC impone le proprie regole, la condotta dei detenuti deve attenersi a quanto deciso dai vertici della gang, più che dall’amministrazione carceraria. Pena la morte.
Oltre alle regole imposte per via orale, l’organizzazione è governata da uno statuto redatto nel 2001, 16 articoli stabiliscono i “principi” dell’organizzazione.
Secondo Graham Willis – professore all’Università di Cambridge e autore di The Killing Consensus, che si occupa della violenza omicida a San Paolo – le regole avrebbero abbassato i tassi di mortalità nei penitenziari. Tuttavia, secondo il Ministero penitenziario, non ci sono dati ufficiali che mostrano l’evoluzione della mortalità nelle carceri. I dati esistenti, però, ci dicono che il PCC sembra gestire gli Istituti penitenziari meglio di chi è deputato a farlo, le stime parlano di una diminuzione dei decessi del 30%. Non poco.
Purtroppo il tasso di omicidi dietro le sbarre resta altissimo, e il PCC è responsabile di oltre il 90% delle esecuzioni. Nel 2006, in cinque giorni, nei sei stati più importanti della federazione brasiliana, il Pcc organizzò l’uccisione di circa 300 persone costringendo il governo ad una trattativa, negoziando con il capo dell’organizzazione Marcola, detenuto allora in carcere, una tregua in cambio di lassismo nei loro traffici illeciti. Nel 2012 come avvertimento del proprio potere il Pcc organizzò il massacro di decine di agenti all’uscita delle loro case per recarsi al lavoro.
Il 1º gennaio 2017 per mano del Primeiro Comando da Capital vennero uccisi 56 prigionieri nel complesso penitenziario Anisio Jobim di Manaus, durante una rivolta contro la banda della Famiglia di Norte.
Attualmente sarebbe in corso una internazionalizazione dell’organizzazione, di cui si attesta la presenza in Paraguay, Argentina, Uruguay e Colombia, nonché una collaborazione con ‘Ndrangheta.
Secondo Veja Magazine, se l’organizzazione criminale fosse una società, sarebbe una delle più grandi del Brasile: la sedicesima “azienda” del Paese, con un giro d’affari superiore a quello realizzato in Brasile da un colosso come Volkswagen. Le attività criminali vanno dai sequestri, alle estorsioni, agli omici, ma il “fiore all’occhiello” del PCC è il traffico di droga.
Sempre secondo Veja Magazine, l’organizzazione controlla oltre la metà del commercio di droga in Brasile e raggiunge un fatturato annuo di 20,3 miliardi di reais. I margini di profitto della cocaina impressionanti, se si pensa che la differenza di prezzo tra 1 chilo di cocaina in Bolivia e 1 chilo in Brasile è il 1.500%, è facile capire l’enorme potere nelle mani di questa feroce gang carceraria.