La patrimoniale è uno dei grandi cavalli di battaglia della sinistra, ed omaggia la sua vocazione populista, anzi anti populista e invidiosa del merito e successo altrui.
Da Sanchez a Biden, passando per Sanders ed Ocasio Cortez, l’anima collettivista delle compagini “democratiche” di tutto il mondo spingono da sempre verso una deriva espropriativa del capitale altrui,. In nome di una mailintesa uguaglianza e giustizia sociale, che dovrebbe risiedere nella parità di chance, non di risultati.
La patrimoniale è un’imposta odiosa che individua come base imponibile il capitale, in spregio al principio cardine dell’ordinamento italiano che individua invece come basi imponibili solo i guadagni, mai la “ricchezza”.
Perché costituzionalmente il risparmio e l’accesso alla proprietà della abitazione, sono tutelati e riconosciuti come basilari.
Ma fare strame della Costituzione negli ultimi tempi è di moda. La compressione dei diritti cardine di libertà di movimento, di espressione fanno da apripista ad attacchi sempre più odiosi ai cittadini da parte delle Istituzioni.
La patrimoniale proposta, come vedremo, dello 0,2% su tutto, compresa la casa di abitazione, avrebbe devastanti ed inevitabili effetti recessivi che porterebbero ad un ulteriore calo di PIL ed occupazione.
Essa dovrebbe portare all’erario, secondo quanto dichiarato dagli stessi promotori, circa 20 miliardi. È solo il 10% di quanto lo stato italiano spreca ogni anno in spese improduttive, clientelari e stipendi più alti del mondo.
Ma tant’è.
Gli endorsement
Pierluigi Bersani lo chiama “meccanismo di solidarietà” perchè “chi è meno colpito dagli effetti della crisi e ha di più, deve dare di più”.
Dovrà renderne conto all’alleato di governo pentastellato ed ai suoi mal di pancia interni.
Ma il ricatto di privarli delle poltrone e scranni parlamentari costituiranno una motivazione forte e probabilmente sufficiente.
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in prima serata sulla tv pubblica, ad una precisa domanda di Aldo Cazzullo nel corso di Restart in onda su Rai2, ha spiegato di essere favorevole ad una patrimoniale. Perché “è necessario un sistema fiscale più equo”.
Ma la patrimoniale c’è già
L’Imu e l’imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli non sono altro che patrimoniali. E le stiamo già pagando.
D’altronde il patrimonio immobiliare italiano, il più ampio dell’Occidente, ed i 1.682 miliardi di euro sui conti correnti, soprattutto dei nostri padri e nonni, ingolosiscono gli euroburocrati.
Che insistono da mesi per una tassazione diretta della “ricchezza”, complici i prestiti del Recovery Fund Fondo Sure e Mes. Meccanismi trabocchetto che obbligheranno per i decenni a venire qualunque governo arriverà, a seguire pedissequamente i dettami di Bruxelles. Senza fiatare o poter opporre alcunché.
Due le ipotesi sul tappeto: un emendamento di questi giorni che sta agitando il già martoriato governo Bis Conte, che colpirebbe la middle class italiana, martoriata e sacrificata da anni.
Un’altra ipotesi sui grandi patrimoni, che però pare destinata a produrre poco gettito.
L’emendamento Pd e Leu per una patrimoniale
È un emendamento di queste ore, che sta prendendo piede nella discussione sulla legge di bilancio. A Montecitorio non si parla d’altro. Le resistenze del M5s sono amplificate dal piede che Berlusconi ha messo abilmente nella maggioranza, votando con la maggioranza al discostamento di bilancio due giorni fa.
Ma tra ipotesi sfumate di rimpasto e pressioni in tal senso di Bruxelles, non c’è da stare tranquilli.
Sostituire IMU e imposta di bollo su depositi ed investimenti con un’imposta progressiva “sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro, derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all’estero”.
Già da questo enunciato si capisce la pretestuosita’ della proposta: basta un immobile ed un conto in banca e la soglia è presto superata.
È quanto chiede un emendamento alla manovra firmato da un gruppo di deputati Leu e Pd.
Nicola Fratoianni (Leu) seguito da Matteo Orfini (Pd) chiedono imposte progressive, che partono dallo 0,2% per una base imponibile di valore compreso tra 500.000 euro e 1 milione di euro per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro.
Per il 2021 è prevista un’aliquota del 3% per patrimoni superiori al miliardo di euro.
Un enormità se si confronta con le imposte che andrebbero a sostituire.
Un’altra proposta europea: tassare i grandi patrimoni
Proprio ieri il premier Giuseppe Conte ha partecipato al vertice italo-spagnolo con Pedro Sanchez, capo di un governo che ha appena approvato una imposta dell’1% per i patrimoni superiori ai 10 milioni di euro.
E’ ancora Nicola Fratoianni, sempre lui, a prendere la palla al balzo per rilanciare un’altra proposta da presentare alla legge di Bilancio all’esame della Camera.
“In Italia ci sono poco più di 2.200 italiani con un patrimonio personale di 50 milioni di euro. Con una tassazione del 2% si potrebbero ricavare almeno 10 miliardi di euro. A me pare una semplice questione di giustizia”, sottolinea l’esponente di Leu.
Giovanni Paglia, responsabile economico del partito, ha in mente un’aliquota dello 0,5% da applicare sui patrimoni a partire da 10 milioni che cresce fino al 2% per chi detiene oltre 50 milioni di euro.
Con questo schema la stima di gettito arriverebbe ad almeno 18 miliardi di euro, ma appare lontano dalla realtà: i grandi patrimoni sono detenuti da Società, spesso partecipate e controllate da altre con sedi all’estero.
Non una lira quindi verrebbe allo stato italiano da tali soggetti avveduti, per un provvedimento che appare solo di facciata.
Sarà, quindi, più semplice tassare i patrimoni medio piccoli, la casa che da generazioni è di famiglia, i risparmi che i nonni hanno come formichine messo via per figli e nipoti.
Tassare la vera solidarietà generazionale.
Infatti, vedrete, la prossima proposta sarà di abbassare le franchigie dell’imposta di successione, ci sentiamo di scommetterlo.
Questo stato lenone ed affamato non conosce né limiti né pudori, e aver riportato al governo istanze sconfitte di un Pd ormai in stato comatoso ma pur sempre nella stanza dei bottoni, è una colpa di cui il M5s dovrà rendere conto alla storia di questo paese.
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