Pubblicate le registrazioni che Bob Dylan e Johnny Cash realizzarono nello studio A della Columbia a Nashville il 17 e il 18 febbraio del 1969.
Cash cominciò a “spingere” Dylan verso Nashville, invitando lui e la sua famiglia a fare visita alla sua casa, addirittura a trasferirsi vicino casa sua a Hendersonville, in Tennessee. Dylan aveva iniziato il viaggio verso la città a piccoli passi, il primo dei quali fu la registrazione a Nashville di Desolation row per Highway 61 revisited nel 1965, poi nel 1966 un passo più grande, completando a Nashville le registrazioni di Blonde on blonde.
Mentre il mondo giovanile nel 1967 impazziva per Stg. Pepper dei Beatles, per The piper at the gates of dawn dei Pink Floyd, per i Velvet Underground e Jimi Hendrix, il ventiseienne Bob Dylan guardava a Nashville, alla tradizione, al country, all’unico giornalista che riuscì a parlargli (Michael Iachetta del New York Daily News) disse che vedeva solo qualche caro amico, s’informava poco di quello che accadeva nel mondo e leggeva libri di cui nessuno aveva sentito parlare, pensando a cosa avrebbe fatto poi. In realtà immaginava quella che Rosanne Cash, figlia di Johnny Cash, definisce giustamente una “rivoluzione musicale”, il mix di country, folk e rock che avrebbe preso corpo in quel periodo.
“Non volevo registrare come facevano gli altri”, disse Dylan parlando del disco, “volevo usare meno parole, cercavo semplicità”.
Tornato a Woodstock iniziò a pensare al futuro, si concesse l’esibizione con la band al memorial di Guthrie, ma si concentrò soprattutto sulla sua vita familiare.
Le registrazioni di Nashville skyline iniziarono il 13 febbraio, il 16 Dylan invitò Cash a essere ospite dell’album e il cantautore accettò immediatamente: “Andai nello studio il 17 febbraio e loro accesero il registratore per circa due ore”. Si rividero ancora il giorno dopo e la session fu decisamente più lunga.
E a chiudere ci sono le registrazioni delle prove dello show di Cash, registrato al Ryman Auditorium di Nashville il 1 maggio del 1969, il clamoroso ritorno in scena di Dylan davanti a milioni di telespettatori, cantando I threw it all away e la meravigliosa, Girl from the north country. E non c’è nulla che non valga la pena di essere ascoltato.
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