Il passaporto vaccinale veniva presentato dai media come un’opzione, una eventualità.
Come la vaccinazione non sarà obbligatorio né generalizzato, dicevano.
Ma voi credevate davvero che la vaccinazione e la sua prova messa nero su bianco non sarebbe stato un obbligo per viaggiare, prendere un aereo o peggio, per andare a teatro o a cena fuori?
C’era già una proposta presentata dalla Commissione Europea che prevederebbe un Digital Green Certificate, o Digital Green Pass.
Praticamente una piattaforma comune a tutti gli Stati Ue, con cui certificare l’avvenuta vaccinazione, la data dell’ultimo test negativo o la guarigione dal contagio.
La Commissione europea ha presentato ieri la sua proposta legislativa di creare un certificato vaccinale, il “Digital Green Certificate”, per facilitare la libera circolazione sicura all’interno dell’Ue in tempi di pandemia di Covid-19.
Non si limiterà a dimostrare il vaccino ma fornirà anche dettagli (in assenza della vaccinazione) sul test negativo al Covid (compresi quelli rapidi) oppure sulla presenza di anticorpi da guarigione.
In vigore entro metà giugno, sarà disponibile, gratuitamente, in formato digitale o cartaceo.
La sicurezza e l’autenticità del certificato sarà garantita da un Qr Code che potrà essere usato per verificare la presenza dei dati sui database.
Fonti di Bruxelles rivelano inoltre che il cosiddetto Green Pass – che sarà valido solamente per le vaccinazioni approvate dall’Ema.
Tagliando fuori di fatto Russi e Cinesi.
Cosa decideranno poi di farci i singoli Stati, per ora, è tutto da vedere.
O a cosa saranno obbligati a fare, o a quali scopi useranno la condivisione dei dati dello stato di salute o di immunizzazione di tutti noi.
Sia quel che sia, sarà un forte vulnus alla nostra privacy e autodeterminazione
La tentazione di utilizzare il passaporto vaccinale europeo per garantire accesso a musei, ristoranti, alberghi, sarà senz’altro forte. Anche se i dubbi su un simile approccio non mancano.
Nulla sarà come prima, altro che semplice influenza, come diceva Zingaretti fratello.
Ma, comunque, i dubbi non sono solo giuridici, ma anche prettamente medici.
Innanzitutto, è presto per poter dire con certezza che un vaccinato o un guarito siano. immunizzati realmente e completamente.
E per quanto eventualmente lo siano.
I vaccini, checché ne dicano, sono ancora in fase di sperimentazione, non ne conosciamo l’efficacia né la durata. Poi ci sono le varianti, le mutazioni del virus stesso.
L’esperienza di chi è più avanti di noi
In Israele, il 40% della popolazione ha ricevuto vaccino e richiamo.
Ed in effetti i contagiati sono drammaticamente calati.
Già da diverse settimane, però, esiste il cosiddetto green pass, un passaporto vaccinale che certifica l’immunizzazione o la guarigione dalla malattia.
Ristoranti, bar, teatriale, ma anche palestre, piscine, sono tornati ad aprire, ma solamente per i possessori di questo green pass, previo rispetto di tutte le tradizionali norme anti Covid: mascherine, distanziamento, etc. Non se ne esce.
In Usa
Comunque sia dimentichiamo i viaggi in America se non saremo vaccinati.
Negli Usa, Biden ha già chiesto alle agenzie del governo federale di verificare la fattibilità di un passaporto vaccinale che riporti in formato digitale tutte le vaccinazioni (compresa quella per Covid-19 ovviamente) effettuate da ogni cittadino.
Per chi proviene dall’estero oltreoceano, sono stabiliti tamponi e quarantena obbligatori, e questo fa preludere ad una chiusura a chi non potrà dimostrare documentalmente di essere immune.
Ma l’individualismo ed il liberismo yankee è molto insofferente a queste misure.
Gli Stati in realtà, a fronte di una campagna vaccinale non ancora a regime, fremono e, in barba a Sleepy Joe che ne ha tacciati i governatori di essere “uomini di Neanderthal“ molti hanno già riaperto.
Sia come sia il passaporto vaccinale rimarrà un esemplificazione plastica di come la nostra vita sia cambiata per questa pandemia: come dopo l’ 11 settembre, un’altra grande fetta della nostra libertà è stata sacrificata, e questo nuovo riassetto sociale sarà sfruttato per imporci New Green Economy e altre limitazioni di autideterminazione cui abbiamo troppo facilmente abdicato.
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