Quando il catcalling lo fanno gli stranieri non conta

Due minorenni albanesi importunano una ragazza e sfregiano chi la difende. Ma stavolta le femministe tacciono

Catcalling

Si fa un gran parlare di catcalling e ragazze importunate. Maschilismo e machismo tossici. Quando però lo fanno gli stranieri e a pagare sono gli italiani non conta per i media.

E nemmeno per i movimenti femministi, non una di meno et similia.

I politici che normalmente fanno a gomitate per farsi fotografare con vittime presunte di razzismo stavolta sono spariti.

Ricordiamo l’atleta colpita da un uovo che “rischiava di perdere un occhio”: che polverone che sollevò. I politici facevano a gara a chi solidarizzava di più. Salvo poi defilarsi quando fu appurato che l’autore del lancio era figlio di un esponente PD, e sotto la benda l’occhio stava benissimo.

Stavolta invece a Michele sarebbe bastato che il fendente fosse cinque centimetri più in alto, e lui l’occhio ce lo avrebbe rimesso sul serio.

Il silenzio della politica è stato in questo caso assordante.

Nessuno tranne Matteo Salvini ha contattato il giovane

Michele Dal Forno è il giovane ragazzo veronese in questione. Uno studente universitario, che la sera fa il rider per mettere qualche soldo da parte.

L’altra sera si è imbattuto in una scena purtroppo sempre più ricorrente: due ragazzetti stranieri che importunano una ragazza. Lei in lacrime, loro non la mollano.

Poteva far finta di nulla, Michele, invece si è messo in mezzo e purtroppo ha rimediato una lunga e profonda ferita da taglio al volto, dalla narice fino all’orecchio (60 punti di sutura tra interni ed esterni).

Premiato dal sindaco di Verona si è detto una persona qualsiasi, ma che non vuole girarsi dall’altra parte.

Non potevo far finta di nulla, se le fosse successo qualcosa di brutto non me lo sarei potuto perdonare”, dice oggi a ilGiornale.it.

Così Michele è intervenuto

Le conseguenze di quella decisione sono una ferita che gli arriva dal naso all’orecchio.

Che probabilmente porterà a vita.

Uno sfregio? No, una medaglia: ben più importante di quella che il sindaco di Verona gli ha tributato.

Uno dei due minorenni con cui stava litigando la malcapitata, un sedicenne di origini albanesi, già noto alle forze dell’ordine, ha reagito alla sua intrusione accoltellandolo al viso.

Un gesto rapido, di consumata esperienza, che il giovane delinquente si è vantato di aver commesso: “ho accoltellato un italiano“.

Michele dirà che non se n’è quasi accorto, gli pareva un pugno, ma in mano l’aggressore nascondeva un’arma da taglio.

Ma la notizia non è questa, gli italiani ormai sono vittime di ogni sopruso e violenza. La notizia è che qualcuno ha la schiena dritta da non tacere.

E l’ulteriore notizia è che per lui nessuno si indigna, nessuno si si inginocchia. Nessuno lo ringrazia per aver difeso una ragazza importunata.

Nessuno. E nessuna.

Dove sono le femministe festanti per aver visto difesa una donna in difficoltà? Una di quelle che sono oggetto di attenzioni non richieste, di fischi, catcalling, di richiami o, nel peggiore dei casi di pedinamenti ed aggressioni?

Ah già, gli aggressori erano stranieri, in fondo se l’è cercata. Chissà come era vestita. L’indignazione vale solo se gli aggressori sono italiani.

L’insopportabile distopia di una sinistra dalle manine scarabocchiate con scritte pro Zan, parole vergate sui palmi come a scuola ai compiti in classe.

E ovviamente Ius Soli.

Il diritto alla cittadinanza di minori nati in Italia, come i ragazzini che importunano loro coetanee e girano armati.

Questi sarebbero i dreamers meritevoli della cittadinanza italiana? Questo l’atteggiamento verso machismo, catcalling e la violenza sulle donne?

Ipocrisie..

 

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