Quando Marco Rubio è stato nominato come Segretario di Stato del Presidente Donald Trump, ha fatto storcere la bocca a più di qualcuno
Una fazione del movimento MAGA era infuriata perché Trump aveva nominato qualcuno che considerava un neoconservatore al posto più importante nella sua amministrazione, con alcuni che si chiedevano se il 47° Presidente avesse preso una brusca svolta rispetto al suo dichiarato desiderio di evitare guerre inutili.
All’inizio della sua carriera, Rubio era vicino alle posizioni neoconservatrici dell’era di George W. Bush
Ha sostenuto l’intervento militare in Libia nel 2011, voluto da Barack Obama e Hillary Clinton, che provoco’ caos e disordini.
Sebbene si fosse opposto a un ulteriore impegno militare in Siria nel 2013, come candidato alla presidenza nel 2016, la visione di Rubio era liberista sui temi economici ed interventista in politica estera.
Un interventismo teso a promuovere i valori democratici. Quella che viene chiamata “esportazione della democrazia”
Ma il Marco Rubio che ha assunto la carica di Segretario di Stato è un politico che ha maturato una visione diversa rispetto al Marco Rubio che si è candidato alla presidenza con una piattaforma di politica estera più vicina al Partito Repubblicano del 2003.
Sin dalla sua sfortunata candidatura presidenziale, Rubio si è ritagliato una nicchia all’interno del movimento “America First”, qualcosa che ha più o meno delineato nel suo libro del 2023 Decades of Decadence: How Our Spoiled Elites Blew America’s Inheritance of Liberty, Security, and Prosperity.
Quel Marco Rubio oggi e’ un lontano ricordo
Oggi, Rubio ha abbracciato il movimento MAGA, ha assunto posizioni molto critiche verso il globalismo e le elite progressiste, e’ un acerrimo nemico dell’ideologia woke, e’ in prima linea nel combattere l’immigrazione clandestina, e’ un convinto sostenitore di Israele, un nemico giurato del regime terrorista degli Ayatollah e ha assunto una posizione a sostegno dell’Ucraina.
Oggi, Marco Rubio gode di una chiara fiducia da parte dei suoi colleghi al Senato, convinti che sarà un attore equilibrato sulla scena mondiale
Sebbene in passato vi siano stati importanti disaccordi in materia di politica estera, in particolare in merito al Medio Oriente, Rubio e Trump condividono una visione comune dell’egemonia americana che si contrappone alla Cina ed espande l’influenza in America meridionale e centrale.
Rubio non è lo stesso ragazzo prodigio trentanovenne che entrò al Senato più di un decennio fa e, a differenza di tanti politici che cercano di ottenere la fiducia di Trump e dei suoi sostenitori diventando un lecchino da quattro soldi, la sua visione condivisa della capacità dell’America di guidare il prossimo secolo sarà un fatto positivo per la nuova amministrazione
Il commento secondo cui Trump ha permesso alle “volpi neocon” di entrare nel pollaio dice più sulla volontà dei cosiddetti esperti di trasformare qualsiasi cosa in una storia negativa sul nuovo Presidente.
Solo il tempo ci dirà se Rubio sarà un segretario di Stato di successo, ma la sua ideologia è più in linea con quella del Presidente rispetto alla maggior parte dei think tank che due decenni fa pensavano di poter creare fiorenti democrazie in tutto il Medio Oriente
A me Rubio e’ sempre piaciuto, a maggior ragione quando condividevo le sue posizioni neoconservatrici.
Nel 2016, alle primarie GOP sostenni simbolicamente come prima scelta Jeb Bush, ma dopo l’uscita di scena di questo, il mio sostegno ando’ proprio a Marco Rubio
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