Quando non basta il “voto negativo”.Da ricerche ormai consolidate di natura sociologica e statistica, nelle democrazie “avanzate” circa un terzo degli elettori esprime un “voto negativo”.
Che valore abbia questa espressione è facilmente intuibile: l’elettore che si reca ai seggi sceglie chi votare in base ad un’opzione fortemente polarizzante, una radicale dinamica di contrapposizione, uno spiccato senso di inconciliabilità verso identità opposte.
A livello storico (e noi toscani ne sappiamo qualcosa) la pratica della contrapposizione è da sempre il sale della politica ed è sicuramente una parte necessaria della competizione.
Da aggiungere però una considerazione più ponderata.
Questa dinamica comincia ad attrarre sempre di più anche il vasto ambito delle elettrici e degli elettori centristi. Ciò è un segno fisiologico di squilibrio, tutto da valutare,
Prima riflessione
Nella cultura moderata e centrista il “voto contro” non può esaurire minimamente la filosofia di scelta di un elettorato vocato a rappresentare valori e progetti costruttivi attraverso la pazienza del tempo.
L’affermazione dei sì non può che precedere la fase della contrapposizione e delle polemiche. La difesa e promozione della vita sempre; il pluralismo educativo ed informativo; il sostegno ad un’economia insieme libera,sussidiaria e giusta che faccia perno su famiglie e comunità; la salvaguardia attiva del binomio democrazia e pace sono solo alcuni dei sì da pronunciare a priori.
Seconda riflessione
Se la contrapposizione tra guelfi e ghibellini diventa l’unica ragione della campagna elettorale, c’è da chiedersi, senza sconti, il perchè di questa china. Non è che la preminenza del “voto negativo” è la conseguenza anche della debolezza dell’offerta politica dell’area centrista, che non scalda fino in fondo il cuore degli elettori moderati?
Terza riflessione
La proposta politica dei centristi (e parlo soprattutto di quelli schierati nel centrodestra) subisce anche uno scientifico oscuramento dei mezzi di informazione, privati e pubblici, inescusabile,anzi colpevole. Con tutta probabilità per assecondare la filosofia della rigida polarizzazione, via più comoda verso la conta finale.
E’ per questo che occorre moltiplicare le energie per fare appello ad un “voto costruttivo”, aperto ad un progetto di vita pulito, ben delineato, incentrato su persone e comunità vere. Ecco perchè in questa conclusione di campagna elettorale occorrerà scandire con forza tutti i nostri sì, senza se e senza ma.
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