Intervenendo al Consiglio dei ministri europei della Salute, Roberto Speranza ha manifestato ciò che volgarmente si definisce delirio di onnipotenza. Lamentando che “in questo momento nessuno parla a livello mondiale, e neanche a livello europeo, di una quarta dose di vaccino anti-Covid per tutti”.
Questo fenomeno che nessuno ci invidia ha chiesto formalmente “che l’Unione europea assuma una posizione univoca”. Una posizione che, naturalmente, ricalchi in fotocopia la sua insopportabile visione da talebano sanitario.
“Scelte non omogenee sulla quarta dose – ha insistito Speranza nella veste di formidabile mosca cocchiera – nei diversi Paesi europei finiscono per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali.”
Peccato però che nel complesso di questa tragedia virale, per noi più democratica che sanitaria, l’Italia abbia adottato e continui ad adottare le misure più restrittive. Infischiandosene del fatto che oramai siamo rimasti solo noi a baloccarci con le inutili mascherine e gli orwelliani lasciapassare verdi.
Quindi, se proprio vogliamo essere precisi, sono le nostre autorità che fin dall’inizio della pandemia hanno preso una strada disorientante, per così dire, facendo credere ai nostri concittadini, bombardati da una pessima informazione, che sul piano delle misure l’Europa si è mossa in modo sostanzialmente omogeneo.
Ci vuole schiacciare la testa con le imposizioni
Tanto è vero che lo stesso Speranza, alcuni giorni addietro, ospite dell’ultra ortodosso Fabio Fazio, ha minacciato di prolungare a tempo indeterminato l’inquietante obbligo delle mascherine al chiuso. Pur ammettendo che al di fuori dell’Italia tale obbligo è stato eliminato da tempo.
E dato che è oramai acclarato che il nostro virus è differente. Sua pesantezza, il ministro della Salute, ha tenuto a sottolineare che “tendenzialmente l’arrivo della stagione primaverile aiuta. Ma valuteremo nel mese di aprile su quello che avverrà a maggio, giugno e luglio. L’invito è quello di tenere un atteggiamento di grande prudenza e attenzione».
Prudenza e attenzione che, ahinoi, non sono state assolutamente tenute in considerazione nel momento di riconfermare nel suo delicatissimo ruolo il peggior ministro della Salute della storia repubblicana.
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fonte: nicolaporro.it