Quarta vittima – Si aggrava purtroppo il bilancio delle vittime da coronavirus nel nostro Paese: dall’ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo infatti giunge notizia del decesso di un anziano di 84 anni, che già si trovava presso la struttura ospedaliera della città lombarda.
In attesa del consueto bollettino, che anche oggi verrà diramato dal capo della Protezione civile italiana nonchè commissario straordinario per la gestione di quest’emergenza Angelo Borrelli, continua salire il numero di persone infette nel Belpaese: allo stato attuale delle cose infatti, abbiamo superato quota 160, con la stragrande maggioranza dei casi in Lombardia. L’Italia mantiene così il triste primato di nazione europea col maggior numero di contagiati, terzo nel mondo solamente alle spalle ovviamente della Cina e della Corea del Sud.
Per far fronte all’emergenza ieri sono state prese delle drastiche misure nelle regioni settentrionali dello Stivale, quali ad esempio la chisura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, la chiusura dei musei e la sospensione di grandi eventi sportivi quali ad esempio partite di calcio.
Il panico fra i cittadini nel frattempo si fa sempre più palpabile: i supermercati del Nord Italia nella giornata di ieri sono stati letteralmente presi d’assalto da orde di persone che hanno letteralmente azzerato gli scaffali contenenti i beni di prima necessità, in previsione evidentemente di lunghi periodi di quarantena. Di contro invece ci sono quelli che minimizzano il problema, sostenendo che questa epidemia da coronavirus in realtà sia poco più di un’influenza normale.
Fra queste campeggia certamente l’opinione di Maria Rita Gismondo, direttore responsabile del laboratorio di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, la quale in un post su Facebook ha voluto sdrammatizzare un pò:”A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così”. La dottoressa, sempre sul social, ha poi raccontato che “il nostro laboratorio ha sfornato esami tutta la notte. In continuazione arrivano campioni”.
Diverse regioni hanno aperto un numero verde per cercare di evitare che quello consueto per le emergenze, il 112, venisse intasato da telefonate con magari semplici richieste di informazioni, senza reali situazioni di emergenza. Ecco quelli delle regioni più colpite:
Regione Lombardia: 800 894545
Regione Veneto: 800 462340