Quel buco asimmetrico al centro…

Quel buco asimmetrico al centro…

È arrivato il federatore?

Da alcuni giorni i talk show televisivi di taglio politico sono tornati ad ospitare con insistenza Pier Ferdinando Casini. Coincidenza che può sembrare anomala per i distratti, meno per chi ha qualche dimestichezza con i segnali di fumo che provengono dal palazzo.

La coincidenza cronologica è almeno sospetta e segue la debacle alle elezioni europee dei due centrini border line adagiati sul confine della sinistra: Italia Viva ed Azione. Dopo la batosta, Renzi ha addirittura annunciato un congresso di verifica, alcuni calendiani più che Calenda hannoipotizzato una crescente attenzione verso il PD.

E se Casini, proprio per questi motivi, fosse il cavallo di Troia del PD (con cui è stato eletto alle ultime politiche) per “federare” i pezzi sparsi ed attualmente non comunicanti di un centro più docile, collocato stabilmente nel centro-sinistra?

I dolori della giovane Schlein e la missione operosa del centro-destra

Se il PD vuole essere competitivo a livello nazionale in vista delle prossime, anche se lontane politiche deve allargare verso il centro il perimetro della coalizione, dando per fisiologico nel tempo la normalizzazione dei 5SS.

Il centro che è collocato nello spazio di governo, molto più organizzato e strategico di quello che arranca nell’altra parte del campo di gioco, segna dunque un’asimmetria rilevante nello scenario politico italiano a tutto vantaggio del centro-destra.

A nostro parere, questa favorevole asimmetria non deve essere vissuta come un tranquillo vitalizio per il futuro, ma come pungolo per la costruzione di un’area politico-elettorale sempre più ampia e coesa, atta a bilanciare al centro l’attuale alleanza che ha come perno Giorgia Meloni.

Costituente italiana del PPE

Dinanzi a un’Europa che ha come forza trainante il Partito Popolare Europeo, i numeri del “centro” italiano ad esso collegato sono da vivere più come punto di partenza che come traguardo. Ma i passi da fare sembrano ancora molti e non facili. Fra tutti la Costituente italiana del PPE, che non è la semplice somma di partiti grandi e più piccoli. Immaginiamo un progetto fondativo nuovo, rivolto non solo alla politica già strutturata, ma alla rete dei movimenti ed associazioni riconducibili all’ispirazione cristiana, al mondo del lavoro e della produzione, alle comunità intermedie. Con tutta probabilità è qui e così che si può intercettare l’immensa platea del non voto.

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