Quel pasticciaccio brutto di Brueil-Cervinia
Marcia indietro riguardo il nome della bella cittadina valdostana nota come Cervinia. Il nome è stato oggetto di modifica da Mussolini nel 1934, assieme ad altre italiche località.
E quindi novanta anni dopo, per gli illuminati politici locali, da revocare
Il bello è che le problematiche di natura puramente politica-ideologica si sono malamente scontrate con le esigenze, molto materiali, di marketing e di identità culturale, che poco hanno a che vedere con il ventennio fascista.
Il Comune di Valtournenche, fin dal 2011, si arrovellava per ricercare un nome più adatto alla frazione, e meno legato al “fascio”, che ricordasse le origine storico-paesaggistiche del celebre borgo sciistico conosciuto e apprezzato a livello mondiale. Si doveva dare un colpo di spugna ad un passato ingombrante.
E fra le nebbie della memoria storica è apparso il nome Le Brueil
Si è pensato quindi di aggiungere all’italico Cervinia il nome francofono Brueil, che di francese però ha ben poco. Diciamo-franco provenzale, con un tocco di dialetto svizzero-francese. Un mix che esalta il fascino storico e che elimina al contempo il tocco meramente consumistico del brand “Cervinia”. Ma con valenza anche culturale, visto che il termine “bragilus” appare nei celebri Capitolari di Carlo Magno a indicare un “prato acquitrinoso”.
Fino a settembre scorso la frazione era denominata Brueil-Cervinia. Dopo si arriva addirittura alla cancellazione totale del nome Cervinia e di colpo, voilà: benvenuti a Brueil!
Il problema è che Cervinia-Brueil vive essenzialmente di turismo, di sci d’inverno e di salite ai rifugi d’estate
E al di là dello charme da… profumo francese, Brueil non è un nome conosciuto e il rischio di una diminuzione di villeggianti e avventori è alto. Un rischio che la cittadina non può permettersi.
Nonostante la decisione in Consiglio comunale sia stata regolarmente approvata, l’attuale sindaco Elisa Cicco, eletta dopo la delibera consiliare, si dichiara apertamente contraria alla adozione del provvedimento. Un dietrofront motivato proprio dalla necessità di preservare e tutelare il marchio “Cervinia” in favore e nel nome del sacrosanto sostegno all’economia del luogo. Ma oltre al ruolo del marchio di riconoscimento internazionale, dalla parte della sindaca ci sono anche motivazioni pratiche e burocratiche. Cambiare il nome a tutti i cartelloni e cartellonistica della frazione di Valtournenche ha dei costi, che potrebbero essere diversamente indirizzati verso forme di promozione turistica o al miglioramento degli arredi pubblici. Per non parlare della spesa per attuare la modifica di tutti i documenti dei 700 cittadini residenti nella frazione valdostana.
Per evitare di azzerare il valore del nome Cervinia si sta muovendo anche il Consiglio regionale.
Tardi però
All’inizio sono stati talmente coinvolti nelle implicazioni politiche che non hanno compreso i danni di immagine e di reputazione della bella località turistica. A fare retromarcia è stato il presidente della Regione Renzo Testolin, in carica dal 2 marzo 2023, dopo le dimissioni di Erik Lavevaz. Testolin aveva firmato di suo pugno il decreto che confermava la decisione del Comune di Valtournenche, approvando di fatto il cambio di denominazione. Adesso ha cambiato totalmente opinione e sta cercando la strada per “risistemare” la situazione ex ante, in quanto si è accorto che la modifica del nome non riflette il sentimento popolare e l’interesse economico. Un errore non di poco conto, che deve essere rimediato al più presto per non mettere in difficoltà albergatori e impianti sciistici.
Il Governo Meloni ha fortemente manifestato il proprio dissenso di fronte a tale decisione, non entrando in ambito storico-politico ma adducendo motivi puramente di carattere economico.
Per costruire una brand reputation ci vogliono anni, decenni. Il ministro Santanchè ha richiesto alle istituzioni locali di ripensarci e di farlo al più presto. La stagione invernale 2023-2024 è già iniziata. Il turismo non può attendere.
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