Quota 100 sarà tra qualche anno un pallido ricordo. Indiscrezioni di corridoio parlano addirittura di quota 104 nel giro di 3 anni. La gradualità nel passaggio promessa dal premier Draghi non rassicura i sindacati, che pianificano la mobilitazione. Addirittura Landini (CGIL) parla di sciopero generale!
La riforma di bilancio Draghi-Franco e l’addio alla quota 100
Saranno 64 gli anni di età anagrafica e 38 quelli di anzianità contributiva i requisiti per il raggiungimento dell’agognata pensione. L’obiettivo è il ritorno al contributivo, per tre motivazioni:
- la flessibilità in uscita;
- il recupero di coloro che, una volta raggiunta la pensione,, continuano a lavorare a nero;
- il riequilibrio delle pensioni per i giovani, destinati a cifre irrisorie.
La validità della quota 102, approvata dal ministro dell’Economia Franco, sarà di un anno.
La “mediazione” del Presidente del Consiglio passa attraverso la proroga dell’APE sociale e dell’opzione donna.
In particolare, l’APE sociale sarà allargata a diverse categorie; circa una trentina in più rispetto all’attuale elenco. I requisiti saranno determinati dai dati INAIL riguardo a frequenza e gravità degli infortuni sul lavoro.
L’uscita flessibile sarà concessa a chi all’età di 63 anni avrà 36 anni di contributi, gli ultimi dei quali impegnati in queste attività ritenute “faticose”.
Invece, l’opzione donna prevede 60 o 61 anni (lavoratrici dipendenti o autonome) come requisito anagrafico; 35, invece, gli anni di contribuzione richiesti.
La posizione dei sindacati
Tuttavia, la soluzione del premier Draghi non convince e non basta la sua apparente serenità.
I segretari generali, Landini, Sbarra e Bombardieri, si riuniranno a breve. L’obiettivo sarebbe permettere l’uscita dal lavoro a 62 anni, con 41 anni di contributi indipendentemente dall’anagrafica.
Inoltre, parlando di pensioni, preoccupano i giovani e le loro difficoltà ad avere una carriera stabile. La pandemia ha accentuato la discontinuità delle carriere e dei relativi versamenti contributivi.
Si proclama “stupito” il presidente Draghi dinanzi alle proteste annunciate. Il nuovo “equilibrio” gli appare sostenibile e si dichiara aperto alla discussione.
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