Che prezzo ha la libertà?
Il Covid toglie gusti ed odori, e rischia di farlo per sempre. Soprattutto quelli della libertà.
Quella sempre più stretta tra inquinamento e raccolta differenziata delle nostre aspirazioni.
I ragazzi del muretto 2020
Ogni sera sotto il mio portone un gruppo di adolescenti tira tardi fino al coprifuoco facendo baldoria.
L’indomani la loro maleducazione è rappresentata da sacchetti di patatine, bottiglie di birra e vino e qualche cicca spenta.
Il loro vocio accompagna le mie serate da semi lockdown, si fanno forza con il gruppo, sfottendo i pochi passanti con risatine che solo a quell’età hanno un significato.
Un sera un vicino brontolone ed attempato si è arrischiato a richiamarli. La risposta è stata “i fascisti non ci fanno nemmeno stare insieme“. E giù risatine.
I ragazzi del muretto del 2020.
Il prodotto del New green Deal e del vecchio stantio pensiero unico dei media italiani.
Che ne sanno i 2000
Prima di cominciare a parlare di “Voi Ciofani” come un anziano acido- sto invecchiando evidentemente – ciò che mi preme è altro.
No non voglio sostenere che Ai miei tempi era tutto meglio. Non lo so almeno, ho ancora l’onestà intellettuale di dire che non erano rose e fiori.
Sicuramente eravamo più liberi.
Liberi di muoverci, di parlare.
Si rideva ancora alle spalle dei difetti altrui, con bonomia, senza timore di incorrere in body shaming o omofobia.
Se si esagerava, chi era oggetto del nostro ludibrio magari ci rifilava uno schiaffo o un cazzotto. E finiva lì. Ce lo tenevamo e ben ci stava.
Si imparava a vivere senza tanti telefoni azzurri, bianchi, rossi rosa o a pois.
I miei, i nostri anni d’oro, di quaranta cinquantenni di adesso, erano simili forse, ma con una fondamentale differenza.
La libertà.
Motorini e motociclette parcheggiati ovunque, il centro senza Ztl barbare e selvagge. In giro fino a sera o notte tarda, a seconda dell’età, con ingenua incoscienza di ciò che sarebbe potuto capitare a quelle ore decenni dopo.
Gettoni e schede per sentire la ragazza lontana, giubbotti e pellicce senza complessi di colpa.
La libertà ha un prezzo ormai
Adesso essere ragazzi è una corsa ad ostacoli.
Un tiro al piccione di chi si sente più in colpa per non essere abbastanza politically correct.
Non si sogna più il motorino, la patente. Tanto non puoi andare più da nessuna parte.
È tutto vietato, limitato, e se ancora non lo è certamente è sbagliato farlo perché inquina.
I motori non sono più una passione, anzi un qualcosa di cui vergognarsi perché sono sporchi e puzzano.. e fanno piangere Greta.
Già Greta, l’archetipo della giovinetta prigioniera.
Di se stessa, di tutte le sue sovrastrutture, impostele da altri e che la dominano.
Dolce e serena come carta vetrata.
La prospettiva sicura di una vita mediocre
Siamo sicuri che se promettessimo a questi ragazzi uno smartphone con giga illimitati, una stanza in cui pomiciare, alcol e qualche canna non sarebbero soddisfatti così?
Che non si farebbero bastare questo e potremmo chieder loro in cambio la rinuncia di qualcosa ben più importante?
Se in cambio della libertà, promettessimo loro anche 800 euro al mese per sempre, baratterebbero i loro diritti costituzionali?
Il voto, la libertà di parola, di culto, di scegliere se curarsi, di circolare.
Quelli per cui, da varie parti, hanno lottato i loro nonni?
Siamo sicuri?
Io no.
Io penso che se chiedessimo indietro le loro poche ambizioni e promettessimo una vita di stordimento e di mediocrità, ma garantita, acconsentirebbero.
Lo hanno già fatto, perché restare in casa è per il nostro bene.
Perché a parlare troppo francamente si offende la sensibilità altrui, perché tanto i partiti son tutti uguali ..
In fondo il comunismo sovietico è nato così.
Sulla frustrazione generazionale.
Nessuna aspirazione, nessuna ambizione.
Posto fisso garantito. Il pranzo messo insieme alla cena e distrazioni per non pensare. Per stordirsi.
Droga, alcool, sesso, minuti e giga illimitati. Il prezzo della libertà per i nuovi schiavi.
L’emergenza Covid è stata una formidabile occasione per un esperimento sociale planetario.
Ed i risultati sono aberranti e spaventosi.
Ne pagheremo le conseguenze noi, che liberi siamo stati, che sappiamo che sapore ha come di una bistecca e buon vino.
Ma chi non li ha mai assaggiati si accontenterà della carne artificiale che come il Covid rende tutti i sapori uguali.
Perché la carne artificiale è etica per noi che etici non siamo. Perché non ha sapore.
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