Ragioni storiche ed evoluzione del pensiero socialista
La rivoluzione industriale, indubbiamente, ha fatto fare grandi passi in avanti ad una economia europea basata ancora esclusivamente sul commercio, l’agricoltura, l’artigianato e la finanza
I vantaggi non sono avvenuti senza la contropartita di gravi sconvolgimenti sociali. Se nelle società tradizionali, potevamo vedere centri urbani con abitazioni popolari, accanto a palazzi nobiliari e adiacenti a botteghe artigiane, le quali si affacciavano su piazzette piene di vita, con mercatini rionali, in seguito alla rivoluzione industriale tutto questo cambia.
Lo stabilimento della fabbrica si sposta in periferia e intorno al luogo di produzione nascono i degradati quartieri operai
Al contempo, la borghesia va ad abitare in decorosi ma scoloriti rioni residenziali. Il tracciato urbanistico, di impostazione ancora medievale, viene sconvolto alla radice. La città non ruota più intorno ai due poli, i palazzi del potere civico e religioso. Al suo formarsi, la rivoluzione industriale, per molte categorie comporta un radicale peggioramento.
A Londra i lavoratori trovano spesso alloggio in abitazioni prive anche di servizi igienici. Questi sono ubicati in strada, come fosse un locale pubblico, uno solo uno ogni molte decine di famiglie. Le ore lavorative della nuova classe operaia, spesso arrivano a raddoppiare perché devono essere utilizzati al meglio i costosi macchinari. Tutto ciò trasforma il lavoro veramente in attività alienante dato che il lavoratore non produce più per sé stesso ma per il datore di lavoro
Quello che nel Medioevo era il libero artigiano del borgo, nella società che si va industrializzando, diviene il nuovo servo della gleba urbanizzato. Lo scrittore Joseph Cronin col romanzo “E le stelle stanno a guardare” descrive la vita dei minatori gallesi negli anni Trenta del secolo scorso ed il quadro non è certo migliorato. Logico e fisiologico che lo scontento inizi a serpeggiare e che nascano movimenti che richiedono grandi riforme sociali.
Il socialismo non nasce come degenerazione del pensiero con forti valenze antisociali ma, al contrario, come tentativo di porre rimedio al degrado in atto, in quello che in quel momento sembra essere il nuovo modello sociale che viene definito progresso e che è causa non solo di degenerazione morale e spirituale, in quanto responsabile della diffusione di alcolismo e disgregazione delle famiglie, con forte diffusione dello sfruttamento minorile, ma anche degenerazione fisica
Infatti le nuove condizioni minano alla radice la salute di un vasto strato di popolazione, date le inumane e spesso antigieniche condizioni di vita. Un esempio per tutti la descrizione che, intorno ai primi decenni del XIX secolo, Tocqueville fa del mondo produttivo inglese. Alludendo a Manchester, il sociologo francese parla di “una spessa e nera coltre di fumo che copre la città”. In questa semioscurità 300.000 creature umane si agitano in continuazione…”
Tocqueville, continua a parlare di “cloaca infetta”, di “fogna immonda in cui l’uomo civilizzato ritorna ad essere quasi un animale”. È osservando queste condizioni, che karl Marx parlerà di schiavitù del salario. Sono osservazioni che faranno in molti
Dal un punto di vista di un conservatore, denuncerà il capitalismo rampante anche Charles Dickens nel suo romanzo “Tempi difficili”, come anche lo scrittore statunitense e di cultura vitalista, Jack London che scriverà un libro sulle condizioni bestiali dei lavoratori londinesi, intitolando “Il popolo dell’abisso”. Sogna un socialismo utopico, lo scrittore irlandese Oscar Wilde e sulla sua visione del socialismo, scrive un piccolo saggio. Immaginano un socialismo estetizzante i membri della confraternita dei Preraffaelliti, col pittore e poeta Dante Gabriel Rossetti e l’artista e scrittore William Morris che prendono a modello un fantastico Medioevo idealizzato e mistico.
La loro preoccupazione è quella di risollevare spiritualmente quelli che sembrano i dannati della terra e come il personaggio di Dostoevskij credono che la bellezza salverà il mondo
Engels scriverà un saggio di analisi intitolato “La condizione della classe operaia in Inghilterra”. Il filosofo che verrà preso maggiormente in considerazione sarà Karl Marx, tedesco che si trasferisce in Inghilterra.
Marx ha un pensiero legato strettamente alla filosofia di Hegel e allo storicismo tedesco
Per lui esistono leggi determinate e la storia stessa porterà ad una nuova forma di società. Per Marx, tutti i fenomeni sono strettamente correlati e l’ordine delle cose sarebbe invariabile. Il filosofo di Treviri sembra non prendere in considerazione il libero arbitrio e sembra in attesa di un percorso obbligato come se la storia scorresse in un binario preordinato. La teoria del percorso della storia la eredita principalmente da Hegel.
Infatti la filosofia di Marx sembra guardare con diffidenza ad ogni avventurismo rivoluzionario. Ma, passando gli anni, mutano anche gli apporti filosofici e le mode culturali. Con Friedrich Nietzsche si fa strada il vitalismo e sarà valorizzata la volontà individuale
Viene esaltata la vita vissuta senza limite alcuno. Questo nuovo spirito attecchisce anche in alcuni socialisti italiani come Benito Mussolini e Gabriele D’Annunzio. Quest’ ultimo molto critico nei confronti della speculazione edilizia di Roma capitale che involgarisce il volto della città eterna. Sempre Nietzsche aveva cominciato a minare lo storicismo, una delle rigide impalcature della struttura filosofica di Marx.
Nietzsche affermava che l’eccesso di storia indebolisce le potenzialità creatrici innate nell’uomo. Intanto prende piede anche la corrente spiritualista che si oppone nettamente al positivismo e al riduzionismo dei fenomeni psichici al fattore esclusivamente fisiologico
Fanno parte di questa corrente filosofica pensatori come Bergson e Blondel che esaltano ciò che altri diranno essere irrazionale, l’intuizione e l’azione. Intanto in Francia verso la fine dell’Ottocento, su ispirazione di uno scritto del poeta Jean Moréas, nasce il simbolismo, corrente artistica e letteraria che predilige valorizzare l’inconscio e analizzare la dimensione onirica solo apparentemente irrazionale.
Anche il pensatore Max Stirner contribuisce a mettere in crisi la rigidità del pensiero di Marx. Infatti il pensatore anarchico nega il valore della stessa dottrina perché non crede nella stessa nozione di verità
Non ha tutti i torti a criticare la rigidità del pensiero di Marx, questa struttura sarà riconosciuta in futuro anche dal pensatore Luciano Pellicani che osserverà lucidamente che quello di Marx non è altro che il messianesimo ebraico secolarizzato. Intanto negli Stati Uniti d’America, uno psicologo e pensatore influente, William James, teorizza una nuova filosofia di vita, il pragmatismo che prende in considerazione solo ciò che è pratico, concreto e rifiuta l’astrattismo teorico e influenzerà anche Filippo Tommaso Marinetti.
Chiaro che con questi più attuali e dinamici apporti culturali, un marxista convinto come Mussolini cominci ad avere qualche perplessità sul pensatore di Treviri e cominci a ritenere superati alcuni suoi teoremi
Anche Lenin, un altro teorico marxista di nazionalità russa, che si trovava in Svizzera nello stesso periodo in cui vi soggiornava Mussolini, sembra interessato alla teoria delle élite di Vilfredo Pareto.
Ritenne opportuno iniziare a pensare di elaborare aggiornando le idee di Marx. Lenin si era interessato, come Mussolini, alle teorie di Vilfredo Pareto il quale in quel periodo insegnava a Losanna e le sue lezioni furono ascoltate da ambedue i rivoluzionari
Sia Mussolini che Lenin riflettono se è il caso di pensare ad una élite rivoluzionaria, la nuova classe dirigente. Lenin, in seguito, col putsch del Palazzo d’inverno, modifica la teoria di Marx che trova inapplicabile, aggiornando con suoi apporti personali e creando un’altra cosa che sarà denominata marxismo leninismo.
Mussolini invece da socialista massimalista, diventerà riformista, questo riformismo sarà accentuato dopo la crisi del 1929 con la creazione dell’IRI, e accompagnata a molte altre riforme sociali
Qualcuno parlando di Mussolini afferma che era pragmatico come se si parlasse di un lato del carattere quando invece era una ideologia ben precisa che si era affermata in quegli anni, come anche lo spiritualismo e il vitalismo
Anche Stirner aveva influenzato alcuni aspetti di Mussolini per varie cause. Innanzitutto lo aveva letto attentamente, ma anche a causa di alcuni risvolti del suo carattere si sentiva affine al filosofo, oltre che per formazione familiare soprattutto paterna.
Leggi anche: I Beati comunisti e San Berlinguer, tra sacrilegio e falsificazione della storia
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT