Ramy Shehata è stato premiato ieri dall’ambasciatore d’Egitto a Roma, per aver dato l’allarme, come ha fatto anche il ragazzo italiano Riccardo, mentre si trovava a bordo del pullman sequestrato e poi dato alle fiamme dal senegalese Oyssenou Sy.
Una sfilza di precedenti penali di uno «stretto familiare» di Ramy, sarebbe l’ostacolo all’ottenimento della cittadinanza: che, a questo punto, potrebbe essere concessa a lui, ma non a tutto il nucleo familiare.
Avvolto nella bandiera egiziana, Ramy si è espresso così: “Volevo vedere cosa sarebbe successo a Salvini se tutti fossero morti. Tutti sarebbero andati contro di lui. Se tutti lo ringraziano è grazie a me”.
Rami a Salvini: «Voglio cittadinanza, se fossimo morti che avrebbe detto?»https://bit.ly/2YnHMvD
Pubblicato da Il Messaggero.it su Lunedì 25 marzo 2019
Matteo Salvini frena sulla cittadinanza a Ramy Shehata: ”Le cittadinanze non le posso regalare e per dare le cittadinanze ho bisogno di fedine penali pulite. Non parlo dei ragazzini di 13 anni, ma non fatemi dire altro” ha detto il vicepremier a margine della presentazione del libro ‘L’Italia non è più italiana’ di Mario Giordano. ”Ripeto, e sarebbe sgradevole entrare nel merito e non lo faccio, che stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso, evidentemente non sul ragazzino di 13 anni ma su altri, perché io la cittadinanza la concedo a chi ha fedina penale pulita. Penso che tutti abbiano capito di cosa stia parlando”.
Guardando questo video sono rimasto così stupito dall’arroganza, la presunzione e la maleducazione di questo ragazzetto che, fosse per me, la cittadinanza italiana non la prenderebbe proprio.