RAPITA CECILIA SALA
Ore di angoscia per Cecilia Sala, giornalista di Chora Media, arrestata per motivi ignoti a Theran. Per adesso sono poche le notizie che filtrano – ed è doveroso sia così.
La diplomazia è a lavoro come ha detto il ministro Crosetto, e le trattative non saranno semplicissime
Sappiamo solo che la nostra connazionale si trovava in Iran il 19 Dicembre per realizzare un’inchiesta da utilizzare in uno specifico podcast in tre puntate dedicato alla vita in Iran. Il 20 Dicembre doveva tornare a casa ma, da allora non si sono avuti più contatti con la Sala tanto che, i familiari hanno allertato la Farnesina.
Giornalista esperta, la Sala aveva collaborato con TV e giornali quotidiani e dal 2022 lavorava a Chora Media dove si occupava di raccontare storie dal mondo
Esperta di conflitti, era stata in Ucraina, in Medio Oriente e anche in Afghanista, al momento in cui i Talebani avevano ripreso il potere. Ma non era solo un giornalismo “istituzionale” il suo. Era anche un giornalismo “di prossimità” che consentiva agli ascoltatori di familiarizzare con storie e circostanze di paesi conosciuti dal grande pubblico in modo talvolta solo superficiale.
In particolare, la giornalista conosceva l’Iran e il suo contesto a già più volte era intervenuta a fianco delle donne iraniane e del loro coraggio nello sfidare il regime degli Ayatollah
Nelle stesse puntate di “Stories” da ultimo caricate online parlava e intervistava appunto proprio alcune di queste donne che in un afflato coraggioso stanno combattendo la dittatura barbuta degli integralisti. Insomma, testimonianze importanti che offrono uno spaccato interessante di una società in profondo cambiamento e di cui a noi arriva l’eco lontana di un supporto mai troppo esplicito da parte dell’Occidente.
Ecco perché, ancora più importante è il lavoro di persone come la Sala che mantengono acceso un faro verso la condizione di un popolo schiacciato dalla tirannia ma che, evidentemente, non gode di sponsorship internazionali o dell’aiuto del Segretario ONU Guterres
Ad oggi quel che si sa è che è detenuta in isolamento nel carcere di Evin ma non sono ancora note le accuse.
L’Ambasciatrice italiana in Iran ha visitato la Sala trovandola in buone condizioni e fortemente determinata a difendere il proprio lavoro e questa sicuramente è un’ottima notizia. Ma in mancanza di informazioni più precise è difficile immaginare un esito a questa vicenda.
Soprattutto perché stiamo parlando di un Paese – l’Iran – che non brilla certamente per rispetto dei diritti umani e/o per dignità dei carcerati
Insomma, lo Stato di Diritto in Iran è un’utopia e quindi oltre che la doverosa cautela sorge anche quel tanto di preoccupazione per chi si trova recluso in un paese dittatoriale e feroce.
Il Governo ha avviato colloqui riservatissimi e la politica italiana seppur con la consueta nota polemica di qualche partito di opposizione, si è sufficientemente compattata nel richiedere il rilascio della Sala.
Non possiamo che aver fiducia nel lavoro della nostra diplomazia che già in passato ha dimostrato di saper risolvere casi complicati riportando a casa gli ostaggi e, per adesso, stringerci vicini alla famiglia di Cecilia coltivando la speranza che tutto si risolva bene e rapidamente.
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