Re Robert Bruce di Braveheart e Winston Churchill nel mirino di Black Lives Matter

La moda di questi tempi bui di imbrattare le statue non si ferma davanti a nulla nemmeno in Gran Bretagna

Robert Bruce

Re Robert Bruce di Scozia e Winston Churchill sono finiti nel mirino dei manifestanti per la morte di George Floyd.

Non si ferma l’ondata iconoclasta che tenta di cancellare la storia in nome di un male interpretato “razzismo” che sarebbe presente in ogni personaggio storico.

Robert Bruce di Scozia

Chi non ricorda Re Robert the Bruce in Braveheart di Mel Gibson?

Personaggio ambiguo che vestirà la corona di Scozia dal 1306 al 1329, spesso in contrasto con il patriota William Wallace. Sconfisse gli Inglesi nella battaglia di Bannockburn nel 1314 e fu Re.

Nel film del 1995, Robert Bruce è interpretato dall’attore Angus Macfadyen.

Nel film si vede che nella Battaglia di Falkirk combatte nell’esercito inglese a fianco di re Edoardo I, ma questo non è realmente avvenuto.

Beh, comunque sia, la Statua di Re Robert the Bruce a Bannockburn è stata imbrattata con graffiti e messaggi di richiesta di rimuoverla, perché , al solito “Robert era un razzista”. “Tirate giù la statua

Razzista nei confronti di chi non è dato sapere, non é che la Scozia del tempo brulicasse di africani, ma tant’è.

Era razzista, e guai a dire il contrario.


Un altro graffito, vergato dalla stessa mano, recita: ” Re razzista, BLM, Black Lives Matter”.

La polizia scozzese ha avviato le indagini immediatamente per gli atti di vandalismo.

Stuart Maxwell, General Manager del Edinburgh & East at the National Trust for Scotland si è detto “molto contrariato per l’atto di vandalismo, alla statua iconica, che giunge in momento di grande sofferenza finanziaria”.
Ringrazio la comunità locale per il supporto e per aver risposto così velocemente a questa evenienza”.

Kenny MacDonald, sua Vice ha detto: “Capisco che la gente voglia che la sua voce sia ascoltata, ma lo deve fare in maniera lecita e pacifica. Non così.

In effetti la comunità scozzese si é messa subito al lavoro e provveduto a ripulire la preziosa statua ed il sito rimuovendo le scritte.

Questa la dimostrazione di quanto gli scozzesi tengano ancor alle loro origini e leggende.


Nemmeno Churchill riposa tranquillo

Ma nemmeno i nemici di Robert Bruce se la passano tanto bene di questi tempi.

Seicento anni dopo Bruce, un altro personaggio storico inflessibile era salito alla ribalta della Gran Bretagna, ma era razzista pure lui, guarda caso. Guai a dire il contrario anche in questo caso. Perché, onestamente ci sfugge.

A Londra è stata imbrattata con la scritta “razzista”, quindi, la statua di Winston Churchill, che il nazismo combatté, posta nella piazza del Parlamento.

Forse per l’impero coloniale del Commonwealth, forse per altro, ma comunque sia la ferale accusa è arrivata anche per Winston.

Uno dei nipoti, sir Nicholas Soames, ha definito in un’intervista al Daily Telegraph gli attacchi alla statua di suo nonno “azioni codarde e inqualificabili“.

L’ex sottosegretario conservatore ha accusato “anarchici ed estremisti di sinistra di aver strumentalizzato la protesta” del movimento Black Lives Matter per deturpare la statua di Churchill, monumento che per Emma Soames, sorella di sir Nicholas, forse sarebbe più sicura in un museo.

Sulla vicenda è intervenuto anche il premier Boris Johnson che ha attaccato il sindaco di Londra Sadiq Aman Khan dopo che la statua di Churchill è stata impacchettata per preservarla dai manifestanti.

Così consegni Londra ai violenti”. E poi ha spiegato che “quella statua è un ricordo permanente del suo successo nel salvare questo paese – e l’intera Europa – da una tirannia fascista e razzista”.

In altre parole toglierla alla vista sarebbe come darla vinta ai facinorosi che l’hanno deturpata.

Qualunque sia la reazione, pulire e ripristinare le statue o impacchettare il tutto e nasconderlo sotto il tappeto, sicuramente stiamo vivendo giorni bui per la storia ed i valori occidentali.

Con intemperanze che ricordano molto l’atteggiamento dei Talebani estremisti che rimuovono monumenti e siti storici in nome di una furia distruttrice ed iconoclasta che nulla ha a che fare con le proteste e le manifestazioni cui ogni ordinamento democratico assicura tutela.

Sono solo atti criminali e vandalici e come tali vanno puniti.

Ma sono anche un pericoloso campanello di allarme del ruolo sempre più marginale che Storia e radici culturali rivestono nella scuola e nella società.

 

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