Recensione film: Il giorno sbagliato
Dopo 20 anni dal Gladiatore, Russel Crowe toglie i panni del buono e si cala in quelli di un pericolosissimo psicopatico.
La giovane Rachel, in ritardo mentre deve portare il figlio a scuola, si trova a discutere proprio con l’attore australiano.
Il clacson di avvertimento premuto troppo aggressivamente è la scintilla che fa scattare la rabbia di Crowe.
Inizia così la brutta giornata della giovane Rachel che si vedrà molestata a distanza mentre impotente non può credere a quello che sta succedendo.
Il film, diretto da Derrick Borte si presentava molto bene.
Già nei trailer di uscita al cinema, e dopo averlo visto, devo ammettere che sono stati 97 minuti deludenti.
Il soggetto è veramente banale ed assurdo, Crowe fa veramente quello che gli pare mentre le forze dell’ordine sono misteriosamente sparite dalla faccia della terra.
Pochi gli aspetti positivi: sicuramente fa bella mostra di se la voce possente di Luca Ward.
Nei momenti di follia di Crowe, quando alza la voce, è terrificante ed è un valore aggiunto alla pellicola.
Altro aspetto interessante è sicuramente quel senso di molestia a distanza che questo film ci trasmette.
Lo stalker intimidisce e fa terrore proprio come Crowe opera in questo film, e la pellicola trasmette questo brivido di angoscia.
Tolti questi due aspetti, la pellicola delude.
Impressionante la condizione fisica di Russel, appesantito, gonfio, non più curante del suo fisico.
Peccato perché è bello ricordarlo possente ed invincibile nell’arena del Gladiatore.
Naturalmente, come già anticipato, in tutto questo contesto, della polizia non se ne ha traccia e quando arriva tutti i giochi sono fatti.
Il giorno sbagliato è il classico film che fa innervosire lo spettatore, i fatti e gli avvenimenti sono troppo irreali e verrebbe voglia d’intervenire e dare una mano alla protagonista.
Il giorno sbagliato non è un film da vedere, c’è Crowe ma non basta: da evitare.
VOTO: 4
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