Recensione film: L’uomo del labirinto
Tratto dal libro di successo di Donato Carrisi, dopo 15 anni di prigionia ,una giovane ragazza riesce a fuggire dalle grinfie del suo rapinatore ma le sue condizioni mentali non sono ottimali: il buio l ‘ha presa.
Tra i primi aspetti da evidenziare di questo film è il cast: composto da due grandi del cinema internazionale: Dustin Hoffman e Tony Servillo.
Il primo nel ruolo dello psicologo, il secondo dell’ispettore solitario che non ha niente da perdere.
Spesso mi viene di paragonare le pellicole con altri capolavori del passato e più volte ho associato questa produzione a quella di Seven, per fotografia, audio, soggetto e tecniche di ripresa.
A tutti questi aspetti non ho evidenziato quello che rende il finale una vera e propria bomba: il montaggio.
Avevo gia capito chi poteva essere il rapinatore ma solo verso la fine, pensavo arrivassero i titoli di coda ma invece un altro colpo di scena che inizialmente mi ha spiazzato e che poi alla fine fa incastrare alla perfezione tutti i pezzi del puzzle.
Da come si capisce, il film è bello con due grandi attori , un buon lavoro globale , un soggetto che non si discute e un voto che non puo essere che alto.
Consigliatissimo agli amanti dei gialli, dei thriller e di chi ama rimanere in tensione fino alla fine. Ottimo
VOTO: 8
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