Recensione film: Tornare a vincere
Anche il mondo del cinema, in tempi di corona virus, sta cambiando.
Le grandi major che avevano nelle piattaforme digitali a pagamento il loro nemico principale, adesso gli strizzano l’occhio.
Quest’ultime rappresentano al momento l’unico modo per far uscire le loro produzioni e farle vedere al pubblico.
Il seguito di Trolls è stato il primo film, e vedendo il successo ottenuto, anche la Warner Bros ha seguito la scia ed ha fatto uscire il 23 Aprile un titolo con Ben Affleck come attore protagonista.
La storia narra le vicende di un ex campione del basket andato in depressione in seguito alla morte del figlio e alla separazione con la moglie che tutt’ora ama.
Finito nella dipendenza dell’alcool, riesce a distrarsi con il basket, accettando il ruolo di allenatore della squadra che l’aveva reso famoso.
Peccato che al momento non stanno vincendo nessuna partita.
Tornare a vincere è un film triste.
Nei 108 minuti della pellicola , il mondo della palla a canestro è solo una piccola parentesi.
Tutto ruota attorno al personaggio di Jack Cunningam interpretato da Affleck.
La storia non è originale, film del genere se ne sono visti a milioni mentre tecnicamente il regista Gavin O’Connor ha fatto un discreto lavoro malgrado le scene ambientate nei palazzetti sono poche e non si percepisce il sudore degli atleti sul parquet.
Se decidete di vedere questa pellicola perché siete appassionati di questo sport, non fatelo.
Tornare a vincere è una pellicola con un ritmo lento.
Fotografia, sceneggiatura e montaggio sono nella norma e non brillano in un contesto generale che non mi ha certamente convinto.
Piaciuto invece Ben Affleck, molto appesantito, è credibile e integrato in un ruolo che interpreta molto bene.
In questa pellicola è uno dei pochi aspetti positivi da segnalare.
Un film che nel contesto “home” non è malvagio. Personalmente non mi sento di consigliarlo, insufficiente.
VOTO:5
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