A Reggio Calabria, nella giornata di ieri, si è svolto il secondo appuntamento del gruppo #NoRedZone. Dopo il bagno di folla dello scorso 6 novembre, questa volta il comitato ha deciso di indire un incontro presso Piazza Camagna. Nel pieno rispetto delle norme anti-Covid è stata presentata, in una conferenza aperta a tutta la cittadinanza, una petizione che potrebbe avere dei riscontri significativi circa il destino della Sanità Calabrese. Vediamone i punti salienti.
La petizione popolare
Il portavoce del comitato, Domenico Comandè, è intervenuto illustrando ai presenti la petizione popolare “Sanità Calabria – Ricorso alla corte europea dei diritti dell’uomo”. Attiva dalle ore 18:00 di giorno 14 novembre 2020, la petizione concerne un’azione legale contro lo Stato italiano mediante il ricorso alla Corte Edu. Il tutto con il seguente fine. “Il risarcimento del danno economico, commerciale, produttivo e sociale, subito dai calabresi per la mancata adozione di provvedimenti sanitari e di prevenzione Covid.” E ancora.“L’eventuale indennizzo economico verrà destinato, attraverso enti pubblici o non a scopo di lucro, per riqualificare la sanità ospedaliera e del territorio, sostenere il comparto commerciale, produttivo ed assistenziale calabrese.” Così si può leggere nel testo della iniziativa consultabile sul sito change.org.
La denuncia
Il portavoce, nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa, ha spiegato come l’idea della petizione sia nata da un grosso studio legale che da anni si occupa di ricorsi presso la Corte di Strasburgo. Dunque, è arrivato il tempo di presentare il conto allo Stato per tutti i diritti negati a causa della mala gestio! Per questo motivo, dopo anni di sanità commissariata e di lassismo politico, tale iniziativa potrebbe portare alle luci della ribalta i soprusi che i calabresi subiscono oramai da decenni.
www.facebook.com/adhocnewsitalia
Tweet di @adhoc_news
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT