Reggio Calabria: i cittadini si mobilitano per dire no alla “zona rossa”

A partire da oggi, 6 novembre 2020, la Calabria tornerà al lockdown fino al prossimo 3 dicembre 2020. L’approvazione dell’ultimo Dpcm, il quale ha dichiarato tutto il territorio calabrese “zona rossa”, ha generato non poco malumore tra i calabresi. Proprio sulla base di questo malcontento nella giornata di ieri a Reggio Calabria, così come in altre città calabresi, i cittadini sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso contro gli ultimi provvedimenti governativi.

Il Commissariamento

La sanità in Calabria è ormai commissariata da decenni. Dunque, appare chiaro fin da subito a tutti i presenti in piazza che le maggiori responsabilità di questa chiusura indiscriminata siano da addebitare ai vari governi nazionali che, nel corso degli ultimi anni e con la complicità dei partiti locali, hanno avvallato un certo modo di agire che di fatto ha messo in ginocchio il sistema sanitario calabrese. Il lockdown, pertanto, non farà altro che aggravare ancor di più la situazione economica di una delle Regioni più povere d’Italia senza andare di fatto a sopperire le carenze del sistema sanitario. Dunque, per i calabresi si prospetterà oltre il danno anche la beffa.

Reggio Calabria scende in piazza

Nel tardo pomeriggio presso Piazza Italia si sono radunati, dopo il tam-tam sui social delle ore precedenti, imprenditori, commercianti, dirigenti e cittadini comuni. Insomma, erano in tantissimi coloro i quali hanno deciso di prendere parte ad una manifestazione spontanea e senza sigle di partito. Un vero e proprio bagno di folla popolare contro le pesanti misure governative che hanno posto Reggio, come tutta la Calabria, in zona rossa sebbene i numeri dell’emergenza Covid non siano affatto pesanti come in altre latitudini.

 

Il perché della protesta

Tra un intervento ed un altro, intervallato da alcuni cori come “libertà” e “vergogna”, i manifestanti hanno richiesto a più riprese di poter essere ricevuti – in delegazione di quattro rappresentanti – dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani. Il colloquio con il Prefetto alla fine non c’è stato e gli interventi si sono susseguiti con una richiesta ben precisa. Dove sono finiti gli 86 milioni di euro destinati alla Regione Calabria al fine di incrementare i posti in Terapia Intensiva? Questo il motivo principale per cui la Calabria sarebbe stata inserita tra le zone rosse assieme a Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. A parte qualche piccola tensione nel finale, tuttavia, la protesta dei reggini si è svolta in maniera pacifica e nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

 

Canalizzare le proteste

Le manifestazioni di dissenso contro le ultime disposizioni del governo stanno praticamente coinvolgendo tutta l’Italia, da Nord a Sud. Se da un lato ciò risulta un fatto estremamente positivo, vista anche la poltroneria degli italiani e nel caso di specie dei reggini, dall’altro le proteste rischiano di perdere la giusta effervescenza se non indirizzate verso i giusti binari. Pur apprezzandone la spontaneità, non possiamo allo stesso tempo sorvolare sul fatto che – almeno per quanto riguarda ciò che si è visto in piazza ieri a Reggio Calabria – vige una estrema confusione. La lotta di popolo necessita una risposta di carattere culturale e politico. Occorrerà sostenere taluni concetti con fondatezza dibattendo con forza su proposte sostenibili, altrimenti la mera retorica populista condurrà ad una dispersione di energie che potrebbero essere impiegate in maniera più proficua verso una strategia molto più seria ed articolata.

 

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