Regime del Terrore alla Festa dell’Unità, scatta l’operazione “tortellino rosso”. Piatti da fame per far quadrare i conti

A communist supporter holds a portrait of the Soviet dictator Josef Stalin during a rally marking International Workers' Day, or Labour Day, in St. Petersburg May 1, 2010. REUTERS/Alexander Demianchuk (RUSSIA - Tags: POLITICS CIVIL UNREST IMAGES OF THE DAY) - RTR2DBR6

Compagno tu lavori e io magno! Niente, nemmeno questo c’è rimasto. Si lavora e si mangia. Poco. C’è crisi, tocca razionare, come ai tempi dell’URSS di Baffone.
 
Siamo alla Festa dell’Unità di Bologna, la culla rossa d’Italia, ma le cose non vanno come sperato. Gli organizzatori devono riportare i conti in pareggio, e hanno deciso di affrontare la sfida con rigore scientifico.

Si contano i tortellini nei piatti, ogni stand è sottoposto a un controllo di gestione quotidiano, i Commissari del Popolo 2.0 ne devono togliere 5, di tortellini. Tutto è tecnologico, viva il progresso! Grazie al registratore di cassa digitale i “commissari” vedono anche in tempo reale quali piatti vengono ordinati più spesso e quali fanno guadagnare di più. Le porzioni generose, decise un po’ a occhio dal compagno-volontario di turno sono un ricordo del passato.

 

«Il problema di quanti tortellini mettere in un piatto adesso te lo poni — spiega l’organizzatore storico Lele Roveri a La Repubblica — perché, anche se ce ne sono solo 5 di troppo, alla fine moltiplicati per il numero di piatti, rappresentano un quintale di tortellini».

I piddini si affidano a un controllo di gestione capillare. L’operazione “tortellino rosso” sarà gestita da due volontari, tra cui il responsabile dell’Osteria romana, che ha “sposato la causa” e ogni giorno passa in ogni stand per verificare la situazione e inserire tutti i dati in un foglio excel. 

Questo poi si riflette sulle ordinazioni, che sono state centralizzate in un unico magazzino acquisti per le forniture e le fatture, in modo da tenere sempre sotto controllo quanto si sta spendendo e quanto si sta incassando. «Abbiamo perso un po’ il lato romantico — sorride Roveri — ho instaurato un regime del terrore, mi aggiro tra gli stand con aria minacciosa».
 

Tutta questa contabilità è dovuta al fatto che Roveri ha un obiettivo chiaro: non passare alla storia come l’organizzatore che tira giù la serranda di una storica, e un pò obsoleta, attività come la Festa dell’Unità. Lotta continua ai bilanci in rosso, insomma.
 
 
Leggi anchehttp://www.adhocnews.it/renzi-oggi-salvini-esce-di-scena-e-un-bene-per-chi-crede-che-la-politica-sia-civilta-noi-credevamo-fosse-anche-democrazia/
Exit mobile version