Regno Unito – Dopo aver scelto coraggiosamente di non imporre ai cittadini pesanti restrizioni nell’ultima fase della pandemia, con i numeri che alla fine hanno dato ragione a Boris Johnson, il governo inglese si prepara a compiere un altro, significativo passo verso il ritorno alla normalità, lasciandosi alle spalle l’emergenza Covid. Stando alle testate britanniche, infatti, l’esecutivo sarebbe pronto a far cadere anche l’imposizione vaccinale per il personale sanitario. Lasciato così libero di decidere liberamente se sottoporsi o no alla somministrazione dei farmaci antivirus.
Come rivelato dall’Independent, i media si aspettano una drastica inversione di marcia sul fronte dell’obbligo vaccinale per medici e infermieri a partire già dalle prossime ore. Il ministro per la Salute britannico Sajid Javid si è trovato ad affrontare una forte ondata di polemiche proprio per la scelta di insistere, al momento, sull’imposizione per il personale sanitario, con gli ospedali che hanno paventato il rischio di trovarsi a breve con pesanti buchi negli organici. Da qui, la decisione di rivedere la strategia.
Regno Unito e obbligo vaccinale
Secondo l’Independent, Javid avrebbe infatti deciso di correre ai ripari per evitare ulteriori guai, convocando una riunione con gli altri ministri fissata per il 1° febbraio 2022. Un incontro durante il quale si deciderà con tutta probabilità di far cadere l’obbligo vaccinale per il personale sanitario; anche a fronte degli ultimi dati relativi alla pandemia sul territorio britannico che continuano a evidenziare come la variante Omicron del Covid sia meno pericolosa per la salute dei cittadini rispetto alle precedenti.
La decisione di fare un passo indietro sarebbe maturata anche per la resistenza di un nucleo duro di medici e infermieri. Che continua a rifiutare di sottoporsi alla vaccinazione. In totale, ben 84 mila dipendenti all’interno degli ospedali non ha ancora ricevuto nemmeno la prima dose; con le strutture che lamentano carenze nel personale; proprio a causa dell’impossibilità di far lavorare chi, anche in presenza di un tampone che ne attesti la negatività, non ha ancora ricevuto l’inoculazione.
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