Renzi e Calenda, due personaggi in cerca di autore
La politica -si sa- a volte è noiosa. Meno male però che in questo periodo vi sono due vivaci personaggi “centristi” che animano le brumose stanze di Roma.
E rendono acceso l’interesse dell’opinione pubblica
Non che nella compagine di destra e quella di sinistra manchino politici altrettanto “vivace”, ma Matteo e Carlo suscitano una particolare attenzione.
Il primo, machiavellico fiorentinaccio sia nel “fare” che nel “parlare”, ha il guizzo del genio che suscita un misto di tenerezza e di irritazione. L’altro, dei quartieri “bene” di Roma, nasconde l’indole sanguigno e irruento sotto strati di ferrea educazione.
Dopo il periodo di “luna di miele” del Terzo Polo, Renzi e Calenda si sono malamente separati.
E si evitano accuratamente
I loro personali feudi, così vicini in termini elettorali ma estremamente lontani dal loro –piccolo- spazio di potere, non consentono di allearsi per “pesare” un po’ di più nelle varie tornate elettorali.
Hanno dovuto condividere, nonostante tutto, sia in Sardegna che in Abruzzo la medesima coalizione. Nell’isola con un’alleanza di centro per Soru, a Pescara nel “campo largo” a sostegno di D’Amico.
Ironia della sorte anche nella futura elezione in Basilicata, Renzi e Calenda hanno deciso di appoggiare lo stesso candidato, in una coalizione di centro-destra, Vito Nardi.
Tre diverse coalizioni, centro in Sardegna, sinistra in Abruzzo e destra in Basilicata.
Ma questa non è di fatto la reale notizia
Fa parte delle scelte “centriste” decidere come muoversi in occasione delle elezioni locali. E eventualmente muoversi agilmente da destra e sinistra o viceversa.
La notizia invece è che Renzi e Calenda hanno finora sempre scelto le stesse identiche coalizioni in tutte e tre le Regioni. Se non conoscessimo i soggetti e la loro reciproca “antipatia” politica, si potrebbe pensare ad un accordo dei due “sottobanco”. Ma dai bookmakers si potrebbe tranquillamente scommettere, e vincere, che così non è stato.
La questione è Renzi e Calenda hanno idee politiche tanto simili in molteplici questioni, tipo la politica internazionale, l’economia, lo sviluppo energetico, politica interna, che le loro figure potrebbero sovrapporsi. Meglio sarebbe stato portare avanti quell’abbozzo di sinergia chiamato “Terzo Polo” che avrebbe potuto davvero portare buoni risultati.
Abbozzo fallito per motivi strettamente di ego personali
Ma il peggio è che i due offrono la pessima impressione di non essere interessati alle scelte politiche. Quello che in realtà per loro conta è il loro personale spazio al “centro”. Motivi di mero utilitarismo politico che li porta a “sbracciarsi” l’uno contro l’altro, piuttosto che proporre un serio programma politico.
Ma quindi che senso hanno questi due personaggi nel panorama politico italiano?
Nelle elezioni in Sardegna e in Abruzzo hanno di fatto aiutato gli elettori a preferire il bipolarismo puro. Ed è forse per questo motivo che Schlein e Conte preferiscono non trattare con Calenda, come lui stesso ha riferito alla presentazione del suo libro a Potenza. Indirettamente il leader di Azione ci ha confermato, se mai ne avessimo avuto bisogno, che il “campo largo” è naufragato.
E quindi?
Si procede con la coalizione di destra e chissà anche con un futuro “campo largo Meloni”. Calenda non è nuovo ai “colpi di scena” alla Mike Bongiorno. E con la premier ha un feeling particolare, specie su temi come la proposta del premierato, la riforma della giustizia, l’eliminazione totale del reddito di cittadinanza.
Finora la politica di Calenda sembra, almeno a parole, guardare a destra, anche se di fatto si presenta come un paladino “riformista”. Un guazzabuglio politico, che solo una mente come Carlo Calenda può ideare e proporre.
Dall’altro lato Matteo Renzi, che dalla sua Leopolda, tira dritto e strizza l’occhio a Forza Italia. Tajani però al momento regge bene la barra del suo partito, nonostante sia passato quasi un anno dalla perdita del suo mentore
Renzi e Calenda, due personaggi che ancora stanno cercando la propria identità nel panorama politico italiano. E che non starebbero male in una commedia pirandelliana.
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