Renzi, Gruber e Travaglio. Un’esecuzione ben orchestrata

gruber

Non amo Renzi, e ho grosse difficoltà di sopportazione verso la Gruber e verso Travaglio. Probabilmente è un mio limite, lo so. Ma è così. Ero a casa di amici e, visto che l’educazione impone che a tavola non si parli mai di politica e di religione, l’argomento è caduto subito sulla trasmissione Otto e Mezzo condotta dalla versione a 6 atmosfere di Lilli Gruber.

Il padrone di casa, ottimo esempio di ospite, ha immediatamente acceso il grande schermo ed è iniziato il circo. Non una semplice intervista, ma un’esecuzione in piena regola. Vittima designata: Matteo Renzi. Carnefici: Marco Travaglio e, più sullo sfondo, Massimo Giannini. Moderatore, ma in realtà carnefice velenosa Lilli Gruber.

Non è un mistero che Renzi non riscuota le mie simpatie. Anzi. L’unico momento in cui l’ho apprezzato è stato quando ha fatto cadere il Governo degli orrori Conte bis. Quello con rosso e giallo, per intenderci. Per il resto io e Renzi la pensiamo veramente agli antipodi. Però devo riconoscere che ha stoffa. Anzi, che probabilmente è l’unico vero uomo politico che abbiamo oggi in Italia.

Un attacco ben orchestrato, ma ottimamente risposto

Ci sa fare, niente da dire, con le parole. Molti, davanti ad un bombardamento diretto su tre fronti, non so come avrebbero reagito se non con una difesa ad oltranza. Invece Renzi ha giocato di attacco. Tu mi colpisci? e io ti picchio più forte.

Travaglio è insopportabile. Ha la faccia classica di quello naturalmente indisponente. Ti guarda con un’espressione di saccente superiorità e ti parla convinto che tu sia scemo. Uno così, con me avrebbe vita breve. Parto con una testata “tra moccio e bava” e me ne vado. Però è un abile manipolatore di parole ed è anche decisamente informato.

Lilli Gruber ha una dialettica velenosa e una conduzione subdola del programma. All’inizio fa la persona equilibrata, super partes. Poi invece si lascia andare ed esprime al meglio il livore che la pervade. Di Giannini, non ne parlo neppure. Un eccipiente. Figura di secondo piano rispetto agli altri due bulli della parola.

Però davanti a loro hanno trovato un Renzi in forma. Sprezzante, ironico, sarcastico e che non ha arretrato di un passo. Anzi, ha picchiato più forte di loro. E con argomenti ben documentati e strutturati. Bravo, non c’è che dire.

E Renzi ha dimostrato la sua preparazione politica specialmente perché, davanti alle domande più insidiose e scomode (Arabia) non ha risposto, ma ha fatto finta di farlo.

 

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