Renzi lo ha detto chiaramente nell’intervista pubblicata dall’Avvenire. “Riapriamo subito tutto, scuole e fabbriche”. Lo ha ripetuto oggi, provando una piccola virata, dopo le polemiche che aveva scatenato. Dagli scienziati è arrivato un secco no. Deciso e unanime.
“Non possiamo restate fermi”
“È chiaro che non possiamo stare chiusi in casa per tutto questo tempo. Dobbiamo ripartire. Piano piano ma ripartire. Gradualmente, a macchia di leopardo”. Il leader di Italia Viva ha proseguito così. “Ma siccome non avremo la normalità di prima per due anni, dovremo inventarci una nuova normalità. Dovremo abituarci a fare i controlli della febbre per andare al supermercato e a scuola o – un domani – al cinema e a teatro.
Dovremo gestire con cura la tecnologia e la privacy. Dovremo cambiare la vita nelle fabbriche e negli uffici. Ma se non ripartiamo ora moriremo di fame, non di Covid”. Il messaggio è arrivato sulla ‘E-news’ di Renzi. “E dunque -avverte il leader di Iv- se non ripartiamo adesso, l’Italia uscirà a brandelli da questa crisi. Ecco perché dico: gradualmente riapriamo. Tuttavia non siamo robot. E questo post mi fa pensare a quanto sia grande e terribile la vicenda umana che stiamo vivendo”.
La proposta Renzi rigettata dagli scienziati
Ed ancora, il no è arrivato dal virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco. “Dovremmo convivere con il fatto che pandemie come questa possono anche tornare, è accaduto con la Spagnola. Questo virus non ce lo toglieremo dai piedi velocemente, Ma in questa fase è necessario agire per poter arginare la dimensione di morti che c’è stata in Lombardia”.
Infine, l’epidemiolgo Pierluigi Lopalco, dell’università di Pisa e presidente del Patto trasversale per la Scienza (Pts). “Pensare di riaprire le scuole il 4 maggio è una follia e fare proclami in questo momento è sbagliato”.
“Dobbiamo essere cauti e dare illusioni se non abbiamo dati – rimarca Lopalco – . Oggi abbiamo solo una flebile speranza in Lombardia ma ad esempio a Milano la situazione non è ancora sotto controllo. Come facciamo a riaprire le scuole se non lo abbiamo certezze. Non diamo false aspettavi e speranze”.
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