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La conferenza stampa di ieri tenuta da Matteo Renzi, accompagnato dalle silenti Bellanova e Bonetti, ha creato un polverone annunciato. Anzi un polverino, ancora più annunciato. Renzi, come ormai sappiamo tutti, è un abilissimo oratore. Pesa ogni singola parola come fosse un farmacista. Niente è lasciato al caso.
“Ci vuole coraggio a lasciare le poltrone!” una frase sicuramente ad effetto. Sicuramente tanto fumo ma, se accompagnata a quella detta successivamente dove continuerà a dare il suo voto a questo Governo, mi fa venire in mente una sola parola: rimpasto.
Ci vuole coraggio a lasciare le poltrone, ma ce ne vorrebbe ancora di più a non prenderne di altre. E i suoi fedelissimi, leggi M.E. Boschi, stanno già pregustando un seggio ministeriale. Non ci credo minimamente che Matteo Renzi, che con un banale 2/3% di preferenze, possa rinunciare così velocemente e senza condizioni, ad un posto al sole.
La nuova Balena Bianca
L’unica cosa certa di questa situazione è che nessuno (tantomeno gli italiani) può più vedere i pentastellati. La loro inadeguatezza agli incarichi che ricoprono è pari solo e soltanto alla loro arroganza.
La soluzione principe sarebbe andare al voto. Almeno le cose si assesterebbero in modo naturale. Ma con l’attuale legge elettorale, e i tagli numerici dei parlamentari, non tutti hanno questa smania di voto. Men che mai i 5S che svanirebbero.
Quindi il nostro Matteino ha avuto una pensata non da poco: sarò il nuovo Berluschino. IV e FI insieme riescono ad arrivare agilmente alla soglia del 10%. La Lega, se vuole sopravvivere, deve abbassare un po’ la sua prosopopea. Il PD non vede l’ora di smarcarsi dai figli di Casaleggio. L’unica poco convinta di tutta la questione è, al solito, Giorgia Meloni: in ascesa costante e poco incline a perdere la faccia coi propri elettori.
si potrebbe profilare un Governo di larghe intese focalizzato in una sorta di centro parlamentare anni ’80, con l’appoggio esterno di FdI. Insomma bentornata Democrazia Cristiana. Che fra l’altro, in questa Italia che ha perso completamente la rotta, con una lobby terrificante a Palazzo Chigi trasversale al Vaticano, il ritorno di un po’ di sani principi cristiani farebbe proprio bene.
Chi mettere a Capo del Governo? Draghi o Lamorgese?
Sicuramente Renzi, che godrebbe come un pazzo a tornare a fare il Primo Ministro, non ha i numeri e la forza per farlo. Ed è abbastanza scaltro da non proporsi nemmeno. Ha capito che mandare vanti gli altri è molto più saggio. La logica statale prevederebbe che fosse il Presidente del Senato Casellati, ma onestamente non ce la vedo.
Il nome che piace a tutti, e che specialmente metterebbe al sicuro i partner europei, è Mario Draghi. Ma Draghi non accetterebbe compromessi partitici, e vorrebbe comandare lui. Onestamente non ce lo vedo. Lui sarebbe il nome più caldo per sostituire Mattarella ormai a fine corsa.
Adesso vi invito a leggere l’articolo del collega Giovanni Alterini che due giorni fa aveva previsto una potenziale candidatura di Luciana Lamorgese come Premier (clicca QUI per l’articolo). Oggi il Corriere della Sera rilancia la candidatura del Ministro degli Interni, nome molto caro a Renzi.
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