Egregio Direttore,
Le chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo relativo a “chi è o non è pro-life”.
Scrivo da convintissima pro-life, sostenitrice del diritto alla vita del piccolo non nato, per il quale mi batto, culturalmente parlando, da decenni
Trovo che sia impossibile cercare di risolvere il gravissimo problema dell’aborto volontario in Italia, ricorrendo a una sorta di “ammorbidimento” delle posizioni, attenuando e accorciando le distanze tra chi difende la 194 e chi vorrebbe cancellarla.
Spesso si sente dire, purtroppo, che ci sarebbero “ parti buone della legge 194” da valorizzare, per ridurre le IVG , con il ricorso ad interventi economici o sociali. Ricorrendo cioè a meri palliativi
Se è vero in parte che le motivazioni per la decisione di abortire sono di carattere economico, è anche vero che le cause che spingono la donna a rinunciare al figlio rientrano spesso in una indifferenza nei confronti dell’evento gravidanza.
Come se mancasse la consapevolezza dell’esistenza di un essere vivente appartenente alla specie umana fin dal concepimento
La 194 ha completamente fallito, visto che in quasi mezzo secolo più di 6.000.000 di bambini sono stati soppressi, nonostante i presupposti citati anche nell’articolo ( “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.”)
Non si può realmente credere che più di 6.000.000 di donne abbiano deciso di abortire per motivi economici e non conoscessero mezzi contraccettivi.
L’esperienza personale di chi tra noi vive l’attivismo pro-life da tanti anni rivela, invece, l’indifferenza verso il bimbo appena concepito, la preminenza di motivazioni personali e la volontà di non sconvolgere il proprio stile di vita, visto come prioritario rispetto a tutto il resto.
Significative le testimonianze dirette che ho raccolto nel libro “ Una chat per la vita.50 storie di speranza”, tra le quali risulta non solo il non utilizzo dichiarato dei contraccettivi ( anche in donne di cultura medio alta) ma anche la solitudine di una decisione presa spesso all’insaputa del padre del bimbo
Con tutto ciò, non vorrei si pensasse che la soluzione possa risiedere nell’utilizzo dei mezzi di controllo delle nascite, dal momento che le statistiche dicono che i Paesi nei quali più è diffusa la contraccezione registrano tassi di abortività spaventosi.
A dimostrazione che nemmeno questa è la strada giusta per ridurre i numeri di soppressione dei bimbi non nati
Potrei continuare a lungo ad argomentare del perché la legge 194 è indifendibile, mi preme sottolineare invece che un vero pro-life non può mai appoggiare la legge di aborto. Un vero pro-life difende la vita dal concepimento e si batte per diffondere la cultura a favore del bimbo non nato.
Come Comitato “ Pro-life insieme “ ogni giorno scriviamo in replica agli articoli che vengono pubblicati, a decine, su testate e blog nazionali, per confutare affermazioni talvolta minimizzanti, talvolta menzognere, in merito all’aborto procurato.
Crediamo si debba ripartire dalla bellezza dell’evento concepimento, dal valore della vita umana, dal rispetto della preziosità del piccolo, unico e irripetibile.
Le argomentazioni sono culturali,antropologiche, psicologiche, religiose, a 360 gradi
L’azione del nostro Comitato è silenziosa, parte dal basso, si avvale di forze di volontariato libere, ispirate dal desiderio di parlare al posto di chi non può parlare. La nostra guida un sacerdote.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it
DIFENDERE LA LEGGE 194 NON SIGNIFICA NON ESSERE ‘PRO-LIFE’. E VICEVERSA