Replica presidente associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici
L’adozione degli embrioni congelati e abbandonati. Proposta di legge in preparazione da parte dei Ministeri della Salute, della Famiglia e della Giustizia.
Dopo 20 anni ormai di applicazione della L.40/2004, soprattutto dopo la sentenza n. 151/2009 della Corte Costituzionale, il Ministero della Salute si è accorto – finalmente – del numero crescente negli anni degli embrioni soprannumerari che vengono crioconservati e che giacciono per tempi indefiniti nei freezer di azoto liquido a -198° C. Finalmente un sussulto di giustizia nei confronti di quelle migliaia di esseri umani nei primissimi stadi di sviluppo che non sono stati trasferiti nell’utero materno!
Ecco dunque ripresa una vecchia idea di possibile rimedio per questo scrupolo di coscienza: “dare una possibilità a delle vite sospese”.
Ma, affinchè questa soluzione apparentemente filantropica non cada nel patetico e nell’ipocrisia, è doveroso richiamare l’attenzione, soprattutto di coloro che ben conoscono gli aspetti tecnici della procreazione assistita, sui seguenti dati tratti dall’ultima Relazione del Ministero della Salute al Parlamento italiano sull’applicazione della L.40/2004 (24.02.2025) per l’anno 2022:
Nella FIVET/ICSI omologa a fresco (ovociti e spermatozoi della stessa coppia):
crescente di anno in anno, il numero di ovociti prelevati da ciascuna donna per ciclo (7,7 in media), in totale n.347.097;
soltanto il 71,93% degli ovociti prelevati viene inseminato e risultano fecondati, quindi gli embrioni formati sono stati n.172.177;
di questi sono stati dichiarati “trasferibili” n. 96.041 (55,78%);
di questi sono stati trasferiti in utero solo n. 35.035 e crioconservati n. 62.218 (65,20% degli embrioni “trasferibili”!);
di questi embrioni trasferiti, sono nati vivi soltanto n. 4.654 bambini pari al 13,94% degli embrioni trasferiti in utero!
Nel 2022 (vedi tab.58 della R.M.) sono stati scongelati n. 37.005 embrioni; ne risultano quindi lasciati nei freezer altri (63.401 – 37.005) 26.396! Dal 2005 al 2022, per la sola “omologa” risultano essere ancora crioconservati n. 193.915 (vedi C.S. AIGOC n.2 del 12.03.2025). Sicuramente più di 200.000 ad oggi, secondo quanto ammesso anche dalla Ministra Roccella. E solo per l’“omologa”!
Nella Relazione ministeriale non è riportato il numero degli embrioni crioconservati nella forma “eterologa”.
Dunque, nella FIVET/ICSI omologa, ben l’ 86,06% degli embrioni trasferiti in utero, muoiono in utero, cioè possiamo dire che sono “sacrificati”! Anche nella forma “eterologa” (con ovociti donati) la percentuale di questi embrioni è salita al 75,03% degli embrioni trasferiti!
Da questi dati si comprende allora che, se davvero si intende applicare un criterio di giustizia nei confronti della vita umana concepita in provetta, occorre con profonda onestà intellettuale riconoscere che il “problema” è “a monte”, “ab origine”! La FIVET/ICSI non rispetta per sua insita natura biotecnologica il diritto alla vita umana dal suo concepimento – principio pur espressamente indicato nell’art.1 della stessa L.40 – come dimostrano i numeri su riportati, relativi agli embrioni “sacrificati”, pur se traferiti in utero.
Non solo, ma l’evoluzione delle stesse tecniche, nel tentativo di raggiungere percentuali più significative di “bambini in braccio”, sta sempre di più applicando la tecnica del “freez all” (congela tutti). La crioconservazione dunque sta diventando quasi un passaggio obbligato per i Centri di PMA che mirano ad ottenere un maggior successo di “produzione di bambini in braccio”.
Al fine pertanto, di prevenire al massimo la crioconservazione degli embrioni, si propone che vengano apportate le seguenti modifiche alle linee guida della L.40:
riportare a 3-5 il numero massimo di ovociti prelevabili per la fecondazione in vitro, con l’ulteriore obiettivo di limitare il rischio di iperstimolazioni ovariche dannose per donna;
introdurre nel consenso informato, l’obbligo per la coppia, del trasferimento di tutti gli embrioni prodotti, sia pure in momenti successivi;
impedire legalmente che la coppia genitoriale possa abbandonare nei crioconservatori i propri figli allo stadio embrionale, senza prenderne invece l’impegno illimitato alla loro tutela.
Pur se con spirito altruistico si concedesse ad una donna sterile o non, di far trasferire nel suo utero gli embrioni abbandonati, dopo essere stati scongelati, nel tentativo di salvare “vite umane sospese”, in definitiva si finirebbe soltanto per rafforzare la liceità della fecondazione eterologa, con i suoi gravi interrogativi etici, con la consapevolezza che almeno il 75% degli embrioni, comunque, non arriverà a nascere
Forse alla donna “altruista” le sarà garantito il diritto di accogliere nel suo utero solo embrioni geneticamente “sani”. Quindi sarà praticata la PGT, la diagnosi pre-impianto sugli embrioni scongelati, con il conseguente scarto di quelli difettosi.
Un altro rischio collaterale a questo “nobile” tentativo di promulgare una legge per l’adozione degli embrioni congelati e abbandonati, è quello di rendere possibile la sperimentazione sugli embrioni umani a fine di ricerca, volontà espressamente dichiarata da operatori della PMA, oltre che dagli attivisti dell’Associazione Coscioni. Così, un ulteriore e fondamentale “paletto” della L. 40, a garanzia dell’inviolabilità assoluta dell’essere umano, pur nel suo stadio embrionale, verrebbe inesorabilmente abbattuto!
Il punto cruciale, la pietra d’inciampo, “il segno di contraddizione” della nostra cultura, è sempre il sostanziale – purtroppo diffuso anche negli ambiti sanitari e giuridici – misconoscimento della dignità della vita umana fin dal suo concepimento, naturale o innaturale che sia! Tutto purtroppo nasce da questa grave negazione! Funzionale agli interessi economici di molti – sempre più numerosi! – e alla mentalità radicale più utilitaristica e cinica nei confronti della vita umana!
Dott. Alberto Virgolino. Presidente
ASSOCIAZIONE ITALIANA GINECOLOGI OSTETRICI CATTOLICI
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it
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