Riaprono le Giubbe Rosse, dopo cinque anni di chiusura

Riaprono le Giubbe Rosse, dopo cinque anni di chiusura. Lo storico locale dei futuristi, negli anni è diventato il locale più rappresentativo e della storia della cultura a Firenze.

La sua chiusura era una ferita nella società civile Fiorentina, uno schiaffo alla dignità ed al decoro del prestigio di Firenze .

Oggi abbiamo intervistato Antonio Schena direttore del locale appena riaperto.

Lo incontriamo nella cornice di un restauro, che ha preservato la storicità del locale.

Le Giubbe Rosse risplendono come nuove, ma il restauro, rispettosissimo della storia e della tradizione locale, le fa risplendere di una luce che riporta nella fastosa atmosfera del suo grande trascorso.

– Direttore qual è la speranza che ha questo locale appena riaperto?

Vogliamo rendere Fiorentini ciò che è di Firenze punto riscoprire Marinetti, Soffici.
Abbiamo dovuto optare per una soft opening. È arrivato in questi giorni il permesso per la realizzazione del dehor, una struttura fondamentale per il locale. Ma l’ansia di ripartire era troppa.
Per troppo tempo le Giubbe Rosse sono state chiuse. Era ora di ridarle a Firenze.

– In che tempistiche prevede il rilancio del locale?

Per fine mese dovremmo avere realizzato il dehor. Vogliamo rimanere in linea con la grande tradizione del locale. Ripartire con l’associazione culturale, e tornare ad essere il centro della vita culturale cittadina. Vogliamo che tutti i giorni dalle 18 alle 20 ci siano mostre, esposizioni di quadri, presentazioni di libri.

– Darete gratuitamente la possibilità a nuovi talenti di esporre?

Stiamo valutando con i vertici aziendali anche la possibilità di ricavare degli spazi gratuiti.

– Come pensate di riuscire a ricostruire la continuità dopo un’interruzione di cinque anni?

Non nego che si tratta di un progetto ambizioso. Ma ci stiamo già muovendo nella ricerca dei personaggi che erano presenti da sempre alle Giubbe Rosse. Ricostruire quella continuità culturale è importante non solo per il locale, ma anche e soprattutto per la storia di Firenze.

Abbiamo anche preso un manage ad hoc.

– Come hanno preso i fiorentini questa prima fase della riapertura?

Siamo molto sorpresi per il forte riscontro ha avuto, in merito all’attaccamento dei fiorentini al locale. C’è gente che entrando qui si è commossa.

È davvero una forte emozione, perché significa che stiamo facendo qualcosa per questa città.

– Il restauro è stato estremamente rispettoso della storia del locale…

Assolutamente sì non avremmo mai voluto stravolgere in alcun modo un posto come questo. Ovviamente la sovrintendenza ha vigilato. Ma era nostro scopo primario che il bancone, i lampadari, il bar, le vetrate la boiserie fossero riportate allo splendore perduto.
Questo posto è magico va rispettato.

– Siete stati contattati anche da esponenti della politica locale che hanno da sempre parlato della necessità di una riapertura?

Abbiamo contattato anche noi molti esponenti politici cittadini e rappresentanti istituzionali, senza fare alcuna distinzione di colore politico. Saranno invitati tutti all’inaugurazione ufficiale.

Le Giubbe Rosse a Firenze uniscono non dividono.

Lei non può immaginare quanto attaccamento hanno dimostrato tutti quei fiorellini, che già quando vedevano la serranda è stata a metà, nel pieno dei lavori, venivano continuamente a chiedere quando sarebbe avvenuta la riapertura ufficiale.

Sembrava veramente che stessero parlando di casa loro.

Da Fiorentino ne so orgogliosissimo.

– L’azienda che ha acquistato il locale è una realtà importante

La ditta Faro Alto ha investito molto su Firenze. È la stessa che possiede lo Scudieri ed affittuaria della struttura dentro Palazzo Pitti prima al Giardino dei Boboli.

– Direttore, oltre all’aspetto del locale, in cosa le nuove Giubbe Rosse si manterranno in continuità con le vecchie?

Il nostro progetto vuole riscoprire il futurismo. Stiamo cercando di mantenere, in maniera ancora più forte che nelle precedenti gestioni, il legame con questo movimento letterario, culturale, artistico e musicale italiano.
Il nostro menù è un manifesto vero e proprio dei nostri intendimenti e del futurismo.

Abbiamo un signature cocktail, chi si chiama Polibibite ,come i futuristi avevano ribattezzano il termine cocktail.

Ovviamente noi interpretiamo la loro tradizione riprendendola in chiave attuale.

Qui il pranzo lo chiamiamo Quarto d’ora di poesia. Come l’ultima opera di Marinetti.

Ma chiaramente ci sono delle novità, come ad esempio la nostra intenzione è di fare dei servizi particolari al tavolo con caffè sifone, con un cameriere che ne racconta la storia.

– Che cosa vorrebbe dire per invogliare a visitare il locale chi viene a Firenze?

Venite alle Giubbe Rosse, perché Firenze aumenta l’amore e le Giubbe Rosse aumentano la passione.

– Direttore cosa vorrebbe dire invece ai Fiorentini per varare questo nuovo inizio?

Dov’eravamo rimasti, come disse Enzo Tortora. Dopo anni duri e bui ricominciamo…

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