Ricchezza – Tra i paesi più sviluppati l’Italia è quello che vanta il valore del patrimonio immobiliare più alto rispetto al PIL. Il patrimonio immobiliare residenziale in Italia inoltre, è praticamente tutto in mano ai privati. Le statistiche più recenti infatti, confermano le caratteristiche del mattone nostrano. Secondo l’agenzia delle entrate infatti su 34.871.821 unità residenziali censite, ben 32.192.053 risultavano possedute da persone fisiche, con una quota pari al 92,3%. Ebbene per parecchi proprietari di immobili, il 14 dicembre 2022 potrebbe essere una data molto importante e dura da digerire. Da quella data in poi infatti più o meno il 60 per cento delle case italiane potrebbe vedere azzerato il suo valore. Il 14 dicembre prossimo infatti, la Commissione Europea pubblicherà la propria proposta per l’efficientamento energetico delle abitazioni nell’ambito del piano per la riduzione delle emissioni di CO2 collegato all’obiettivo “Fit for 55”.
La direttiva EPBD
Allora saprete se la vostra casa avrà ancora un valore economico o varrà praticamente zero. Tutto questo per la direttiva EPBD, (energy performance of buildings directive). Una proposta che per molti potrebbe non essere una bella strenna natalizia. L’obiettivo della direttiva è portare tutte le abitazioni alla massima efficienza energetica, con zero emissioni entro il 2050. Il risultato sarà ottenuto con nuove norme più stringenti per la costruzione di nuovi edifici. Gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero dal 2030 e quelli pubblici dal 2027. Verranno inoltre introdotti degli obblighi, anche feroci, per l’efficientamento degli immobili già esistenti. La bozza della nuova EPBD prevede che, a partire dal 2027, gli Stati vietino la vendita e l’affitto degli immobili di classe inferiore alla classe energetica E.
Un calendario preciso
Dal 2030 saranno invendibili quelli in classe energetica D. Gli immobili di classe C saranno esclusi dal mercato nel 2033.Nei condomini ci sarà più tempo per vendere o locare, Classe E nel 2030, Classe D nel 2033 e nel 2040 quelli in Classe C. Il divieto di vendita cadrà se l’acquirente si impegnerà a raggiungere la classe energetica prevista dalla direttiva entro tre anni dall’acquisto. Saranno previste modeste deroghe per immobili agricoli o industriali con superfice inferiore a 50 mq. Possiamo comprendere il peso di questa direttiva se consideriamo che oltre 2 milioni di immobili in Italia sono di costruzione anteriore al 1918. E aggiungiamo che quasi il 90% degli immobili italiani è ricompreso in classe D o inferiore. Nelle more di questa direttiva quindi moltissimi proprietari si troveranno a dover spendere decine di migliaia di Euro per lavori di manutenzione migliorativa oppure vedranno azzerato il valore dei loro immobili che a quel punto non saranno né vendibili né affittabili, ma utilizzabili solo come prima casa.
La ricchezza delle famiglie italiane a rischio
Ci dice inoltre la Banca d’Italia che nel 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 10.010 miliardi di euro, 8,7 volte il loro reddito disponibile. Rispetto al 2019 c’era stato un incremento di circa l’uno per cento. Circa 100 Miliardi di Euro. Una serie di scelte politiche dei governi italiani nel corso del tempo hanno fatto diventare la casa la prima forma di investimento delle famiglie italiane che vale da sola quasi la metà del PIL. Dato che un bene che non è vendibile ha, per sua natura, un valore zero circa il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire nel nulla. Efficientare milioni di case italiane è un obiettivo impossibile, considerando che in due anni di superbonus 110% se ne sono ristrutturate poco più di 300 mila. Però a quanto pare la cosa non sconvolge più di tanti l’opinione pubblica visto che nessuno ne parla.
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