Il peggior incubo per i risparmiatori che stavano aspettando di essere rimborsati dal nuovo Governo giallo-verde si sta concretizzando. Dall’Unione Europea arrivano richieste di delucidazione sul fondo da un miliardo e mezzo destinato a risarcire i risparmiatori truffati dalle banche.
Il rischio ormai era nell’aria e temuto fortemente dalla nostra Associazione fin da quando venimmo a conoscenza della lettera di Rivera che poneva perplessità e dubbi sulla procedura dei ristori individuata dal Governo a seguito della consultazione con le Associazioni dei risparmiatori.
In breve quindi la norma rischia di cadere sotto la “tagliola” dell’Europa e di incappare in una procedura di infrazione, se così fosse si correrebbe il rischio del congelamento dei primi 525 milioni che il governo aveva stanziato in manovra per il rimborso. Ma il vicepremier Luigi Di Maio fa spallucce: «I risarcimenti li facciamo lo stesso. Punto». Una tesi che però non fa stare sereni i tanti risparmiatori in attesa del famoso indennizzo.
Ma perché l’Unione europea interviene solo adesso? Cerchiamo di capire meglio. ll 29 gennaio scorso si era tenuto un incontro al MEF nel quale era presente anche la nostra Associazione: nel corso dell’incontro il Sottosegretario On. Villarosa aveva assicurato che il Governo avesse fatto tutte le verifiche con BCE, Banca d’Italia e UE sul testo della norma emanata e che era escluso ogni possibile rilievo circa la configurazione del rimborso ai risparmiatori, come aiuto di Stato. Ieri poi la doccia fredda. Apprendiamo infatti dalle agenzie, che la Commissione Europea ha inviato una comunicazione ufficiale al Governo italiano con la quale esprime dubbi circa le procedure sui rimborsi ai risparmiatori, così come individuate nella Legge Finanziaria.
Facendo un passo indietro, nella prima versione del provvedimento, approvata alla Camera, era previsto l’obbligo di dimostrare di essere stati spinti ad acquistare i titoli dalle banche in violazione delle norme a tutela dei risparmiatori con una sentenza favorevole del tribunale o dell’Arbitro finanziario Consob (Acf). Ma poi nel passaggio al Senato, con il maxiemendamento presentato dall’esecutivo, è stata modifica e si è deciso di concedere il rimborso in maniera generalizzata, in virtù di “violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza”. Lo scorso 16 dicembre il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, come reso noto dalla nostra Associazione, aveva già messo nero su bianco le sue perplessità riguardo la norma, sollevando osservazioni sul fatto che potesse contrastare con le norme europee, dal momento che baipassava l’intervento di un arbitro Consob.
Sarebbe forse il caso, a questo punto che il Governo chiarisca definitivamente la questione; non si limiti a comunicati stampa o
dichiarazioni personali o desiderata dei vari leader politici, ma piuttosto, assuma una posizione Ufficiale e faccia sapere come intenda dare corso agli impegni assunti verso i risparmiatori con la legge di bilancio, a
partire dalla pubblicazione del Decreto Attuativo sulle procedura che doveva essere emanato entro il 31.01.2019. Cioè ieri.
Di Maio rimane fermo nel dichiarare che non terrà conto dei diktat dell’Europa e che intenderà procedere con i rimborsi stabiliti. Molto bene, ma allora facciano uscire al più presto i decreti attuativi.
Se invece il governo Salvini-Di Maio farà un passo indietro sarà evidente che è stato condotto un gioco spericolato sulla pelle dei risparmiatori.