Risparmiare è da stupidi: sembra una provocazione, ma non lo è del tutto.
Nel 2020, l’anno pandemico per eccellenza, le cene fuori saltate o le vacanze mancate si sono tramutate in risparmio. Chi ha continuato a percepire un reddito, trovandosi chiuso tra le mura domestiche, ha scelto di alimentare il conto corrente. E il 2021, l’anno che sta per finire, ha confermato la tendenza. Le indagini della Banca d’Italia hanno visto il tasso di risparmio delle famiglie italiane toccare la vetta degli ultimi venti anni. Le ragioni di questa scelta? La paura. Paura del contagio, paura di future pandemie, paura di perdere il lavoro; in sintesi, la paura del futuro ha convogliato i soldi degli italiani nel buco nero del “risparmio precauzionale”.
E le assicurazioni?
E’ scontato sottolineare che il Covid abbia richiamato l’attenzione sul tema salute e, di conseguenza, polizze sanitarie. Tuttavia, la fotografia del Sole 24 Ore parla di un popolo italiano sottoassicurato. Escludendo gli obblighi di legge (RCA ed ora RC del capofamiglia per poter sciare), gli italiani spendono in media 300€, un terzo dei 937€ che gli altri cittadini europei destinano alla “protection”. Il perchè di questa scelta? Disinformazione, o meglio informazione eccessivamente complicata; sfiducia nei confronti delle compagnie; percezione dell’assicuratore come “esattore delle tasse” e non consulente di gestione dei rischi.
Risparmiare o assicurarsi?
Il risparmio precauzionale è giusto e saggio; finchè si parla di piccoli imprevisti! Accantonare un 10% degl introiti per far fronte ad un guasto meccanico, ad una rottura casalinga, ad una spesa improvvisa.
I grossi imprevisti, invece, non sono coperti dal risparmio; per quello esiste la delega alle assicurazioni.
Un esempio pratico e semplice: un giovane trentenne, da poco padre di famiglia, decide di tutelare il futuro di sua figlia; ha un budget di 100€ al mese. Se si limita a versarli sul conto corrente, dopo 20 anni, a causa dell’inflazione, avrà a disposizione meno di 20.000€ (a fronte dei 24.000€ versati). Altrimenti, se li investe in un buon piano di accumulo, grazie alle legge dell’interesse composto, sempre dopo 20 anni, si ritrova con quasi 60.000€. Se, invece, lo stesso, stipula una polizza vita per un premio di 100€ all’anno, garantisce a sua figlia un capitale di circa 100.000€; anche da subito, non necessariamente dopo 20 anni di sacrifici!
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