Rocco Casalino querela Dagospia. E gli chiede un abbondante risarcimento danni. Il portavoce di Conte non l’ha presa bene. Le sferzanti ironie di articoli e meme di Dagospia, poi, meno che mai. Insomma: dopo aver chiarito e ribadito a più riprese la centralità del suo ruolo nevralgico, oggi Casalino ha denunciato la satira sul suo conto. Che, sembra dire l’entità della controversia innescata, non s’ha da fare. È un po’ che lo dice. Che ci gira intorno.
Che prova a far passare il messaggio, ora con annunci ufficiali. Ora con moniti ufficiosi arrivati da dietro le quinte. Fatto sta che, dalle parole, è passato ai fatti. Tanto che, proprio poco fa, è stato lo stesso padre nobile dell’irriverente sito di news e gossip, Roberto D’Agostino, a rendere edotti i suoi lettori del fatto che il portavoce del premier Giuseppe Conte ha formalizzato la sua contrarietà alle pubblicazioni sul sito apparse sul suo conto, e chiesto un risarcimento danni dal valore di 200.000 euro per «diffamazione aggravata».
Rocco Casalino querela Dagospia
Rocco Casalino si scaglia contro Dagospia. Il portavoce del premier ha chiesto un risarcimento danni pari a 200.000 euro per «diffamazione aggravata». Del resto sono mesi che il portavoce lamentava di essere preso di mira. Di essere oggetto di attacchi e sberleffi mediatici. Ammonendo sul fatto che prima o poi avrebbe denunciato tutti. E ora l’ha fatto: a partire dal sito che, evidentemente, più gli provoca grattacapi e indisponenza. Ad annunciarlo è lo stesso sito di Roberto d’Agostino che, nel dare la dolente comunicazione, commenta: «Povero ragazzo, dai e dai a forza di tracimare in campi a lui sconosciuti (la palude italiana, la politica internazionale, l’ascesi omo-cubana) anche il più modesto e ritroso degli esseri viene colto dal sospetto che il destino lo abbia chiamato a diverso e più alto compito: farsi del male».
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Chiesto un risarcimento danni di 200.000 euro
Come? In questo caso forse impugnando e mettendo all’indice contenuti e forme delle pubblicazioni di Dago. E in particolare, in quanto a sua detta «diffamanti» e pure «gravemente», due articoli e “un meme”. Come spiega tra gli altri il sito di Libero in queste ore – che ha subito rilanciato la notizia della battaglia in carta bollata – «un’imitazione apparsa su Dago che il capo comunicazione di Palazzo Chigi non ha preso bene»…
Prisca Righetti per www.secoloditalia.it
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