Riscontrati episodi anche a Milano e in Toscana.
Quattro bambini che piangono, tutti ricoverati nello stesso reparto: la terapia intensiva neonatale del policlinico Casilino di Roma, per lo stesso identico motivo. Sono positivi alla cocaina. A rivelarlo è La Repubblica dove, in un articolo, sottolinea come “in questi giorni nella più grande sala parto della capitale si può osservare una delle conseguenze drammatiche della grande diffusione della droga: l’abuso di sostanze spesso non si ferma nemmeno in gravidanza”.
Non è, ovviamente, solo un fenomeno circoscritto alla capitale ma il caso esiste anche perché per svolgere l’esame tossicologico sui bambini è necessario il consenso del padre e la madre, che spesso non hanno alcuna intenzione di dare l’ok agli approfondimenti.
Dalla Società italiana di neonatologia confermano che anche a livello internazionale gli studi in questo campo sono pochi. Il vicepresidente di quella società scientifica è Piermichele Paolillo, primario proprio al Casilino a Repubblica spiega: “Ci capiteranno una ventina di casi ogni anno di bambini positivi alle sostanze stupefacenti, con picchi di ricoveri come in questo momento. Di solito capita che qualcosa non ci quadri nella mamma o nel padre. Se abbiamo sospetti chiediamo un esame delle urine. Si trovano cocaina, metadone oppiacei. Così si avvia un percorso che può portare a una segnalazione al tribunale dei minori che fa partire l’iter per nominare un tutore“.
Il neonatologo sottolinea che di solito i bambini con questi problemi “all’inizio stanno bene, la sindrome di astinenza neonatale inizia dopo un po’. Il bambino diventa agitato, irritabile e bisogna usare barbiturici per sedarlo“. Se il neonato non ha sintomi particolari, fondamentale per intercettare il problema, è il ruolo delle ostetriche che anche durante il parto colgono segnali nel comportamento dei genitori.
“Spesso quando parliamo con le coppie a rischio, ci danno giustificazioni. Dicono di aver preso un po’ di coca qualche giorno prima a una festa, o magari di aver assunto eroina ‘ma fumandola, non iniettandola’. Questa è la situazione, e siamo consapevoli del fatto che certamente ci sfuggono dei casi.
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