A poche ore dall’arrivo dei 5Stelle al Quirinale per l’incontro con il Capo dello Stato il barometro del Colle segna “sereno variabile” che volgerà al “bello” se stasera, all’uscita dall’incontro con Sergio Mattarella, Giggino di Maio darà il via libera alle trattative con il Partito Democratico.
Perchè se ancora non si fosse capito è esattamente questo che il Colle auspica dai pentastellati: una parola chiara sin da stasera, meglio se di assenso alla trattativa con il Pd. Perchè “il Quirinale sarà anche un notaio ma spera ardentemente che la trattativa con i democratici vada in porto” lasciano trapelare a mezza bocca autorevoli fonti Piddine, senza bisogno di ricordare gli stretti legami di amicizia e consuetudine tra molti consiglieri del Colle e i vertici Pd così come la scarsissima stima per Salvini e i sovranisti.
D’altra parte, fanno notare le medesime fonti, un altro influente Capo di Stato come il Presidente Francese Macron ha parlato chiaro e niente affatto a caso proprio nel bel mezzo delle consultazioni per la formazione del nuovo governo italiano: “Mai più con la destra” ha detto che tradotto significa luce verde all’alleanza Pd-5Stelle e guai a chi pensasse ad uno spericolato ritorno di fiamma con Matteo Salvini.
Anche la “strategia della fretta”, fortemente voluta dagli uomini del Colle per evitare l’esercizio provvisorio (ed amplificata a dovere dai quirinalisti dei giornaloni) avrà un suo ruolo in tutto questo. Perchè se a volte la fretta è cattiva consigliera in questo caso potrebbe essere la chiave di volta per far cadere Giggino di Maio tra le braccia di Nicola Zingaretti: “Potrebbero essere proprio la “fretta” e i tempi strettissimi imposti dal Colle, pena le elezioni anticipate che annienterebbero i 5Stelle, a dare a Di Maio quel coraggio che gli manca e che gli servirà per percorrere l’ultimo miglio”. Insomma, certe decisioni, specie se difficili, vanno prese senza pensarci troppo, senza avere il tempo di ragionare. E al Quirinale lo sanno benissimo.
Marco Antonellis per Dagospia