La Russia è pronta a erigere una cortina di ferro virtuale sul web. Una nuova legge appena entrata in vigore autorizza il governo russo a isolare la rete internet nazionale dal resto del mondo per farla funzionare autonomamente in caso di «emergenza».
Il Cremlino presenta il nuovo provvedimento come uno scudo contro un eventuale attacco cibernetico dall’estero, ma molti osservatori considerano la riforma l’ennesimo pretesto per aumentare ulteriormente il controllo e la censura sul web da parte dello Stato.
La legge per «internet sovrano» obbliga infatti i provider a installare degli strumenti capaci di tracciare, filtrare e reindirizzare il traffico online e consentire così alle autorità di bloccare con maggiore facilità l’ accesso a siti e contenuti sul web: ultimo baluardo del dissenso in un Paese come la Russia in cui la tv è saldamente nelle mani del Cremlino.
Queste tecnologie di controllo sono chiamate «deep packet inspection» (Dpi) e sono già state sperimentate in questi mesi in Russia, ma con risultati pare non sempre soddisfacenti. Secondo Novaya Gazeta, i primi test, in corso da settembre nella zona degli Urali, hanno dimostrato che gli utenti riescono ad aggirare i filtri. Una fonte ha invece raccontato alla testata online The Bell che i Dpi sono stati provati «di notte» e che «la rete crollava» quando venivano attivati.
Pare inoltre che l’ installazione degli strumenti di controllo sia in ritardo: stando ad alcune fonti di The Bell, il Consiglio dei ministri vuole infatti Dpi di qualità certificata, cosa che richiede almeno un anno, mentre il Cremlino preme per fare in fretta in modo da avere il web sotto chiave in tempo per le elezioni parlamentari del 2021.
Le autorità sembra che riescano invece a bloccare con più facilità il traffico internet sui cellulari, come già avvenuto durante le proteste anti-Putin della scorsa estate a Mosca e le manifestazioni in Inguscezia contro la revisione dei confini con la Cecenia.
Per isolare l’ internet russo da quello mondiale, Mosca lancerà un sistema di nomi di dominio (Dns) indipendente nel 2021. I cambiamenti quindi non si vedranno subito perché, sottolineano gli esperti, nell’ immediato mancano le tecnologie necessarie. Ma il provvedimento potrebbe comunque rivelarsi un duro colpo per la libertà di parola e aiutare il Cremlino a mettere in atto le tante leggi bavaglio sul web già esistenti in un Paese in cui si rischia di finire dietro le sbarre se si critica l’ annessione della Crimea o l’ intervento russo in Siria.
«Ora il governo può censurare i contenuti o persino trasformare il web russo in un sistema chiuso senza spiegare al pubblico cosa stia facendo e perché», denuncia Human Rights Watch. Per questo migliaia di persone sono scese in piazza contro la legge lo scorso marzo a Mosca dopo il primo «sì» della Duma.
C’è persino chi teme che la Russia voglia controllare internet con un Great Firewall come quello cinese, ma secondo alcuni analisti le peculiarità del web russo rendono questo obiettivo alquanto difficile per il Cremlino. Molti concordano comunque sul carattere di repressione politica della nuova norma.
Questa legge – spiega Reporter Senza Frontiere – porta «la censura sul web in Russia a un nuovo livello».
Giuseppe Agliastro per “la Stampa”