Sacerdote, questo sconosciuto
La chiesa cattolica, che è una istituzione internazionale, il cui obiettivo è quello di dare continuità alla missione di salvezza di Gesù, che prima di morire, ha affidato ai suoi discepoli, i dodici apostoli, il compito di annunciare il vangelo a tutti i popoli, senza differenza di razza, sesso, cultura o lingua, nasce in Oriente, (attuale Medio Oriente, considerato a tutti gli effetti la culla del cristianesimo), dove sono sorte importanti comunità di cristiani e dove si sono svolti i primi Concili Ecumenici.
La chiesa è altresì considerata una istituzione burocratica che, nella sua lunghissima storia, ha sempre mantenuto le vecchie tradizioni, rimanendo ancorata agli antichi precetti, e concedendosi, molto raramente, qualche cambiamento, non senza un travaglio interiore.
Ma quello che stiamo assistendo in quest’ultimo periodo all’interno della chiesa, rappresenta, sicuramente, una grossa rivoluzione: non sarà più un prete ad officiare la Santa Messa.
Un soluzione, probabilmente, dovuta, in massima parte, alla crisi delle vocazione sacerdotali; infatti, nel giro di un ventennio, queste figure sono più che dimezzate. La diminuzione dei sacerdoti, con il conseguente aumento del numero delle comunità affidate ad un solo parroco, fanno sì che diventi sempre più difficile garantire l’Eucaristia festiva in tutte le parrocchie. L’Eucaristia, proprio perché è così importante, va celebrata bene, con cura e con calma ed il sacerdote non può trasformarsi in un moltiplicatore di Messe, a scapito della qualità delle celebrazioni.
Questo mutamento partirà, presumibilmente, dalla diocesi di Genova, che guarda caso è stata quella che più di ogni altra, soprattutto attraverso l’azione svolta in passato dal Cardinale Siri, è considerata la più conservatrice d’Italia.
Nella vita, a volte, le idee si cambiano. Quindi, al posto del prete, ci saranno i catechisti, donne comprese, che verranno formati attraverso dei corsi specifici
La consacrazione dell’ostia resterà l’unico aspetto legato alla tradizione, nel senso che potrà essere compiuta esclusivamente dai sacerdoti o religiosi.
Bisogna comunque precisare che quello che ha in mente la curie di Genova, resta un progetto pilota che trova la sua sponda ideale nel dibattito che si è aperto all’interno della stessa chiesa. Il grande sinodo, che si sta svolgendo a Roma, presso l’aula Nervi, nota anche come aula delle udienze pontificie, e che è presieduto e voluto dallo stesso pontefice, Papa Francesco, “non per fare un’altra chiesa ma una chiesa diversa” (parole usate da Bergoglio), vede riuniti 449 vescovi, 70 fedeli non vescovi, comprese 54 donne.
Che la Chiesa stia attraversando una profonda crisi che ha portato disorientamento e confusione in tantissimi fedeli è un dato di fatto; c’è una fortissima spinta alla protestantizzazione che purtroppo arriva anche dall’alto, e il sinodo ne è la prova provata. E’ comunque opportuno sottolineare che la risposta alla crisi non può dipendere da una posizione ideologica. Bisogna fare uno sforzo nel ricordare che la chiesa non è un partito politico, non dipende dal Papa e dai vescovi, ma è altro: è Cristo che la guida.
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