Piove e fa freddo. Nella moda le vendite della stagione primavera-estate sono partite al rallenty. E ora alcuni esercenti della moda che fanno capo alla Confcommercio di Arezzo vorrebbero chiedere alla Regione Toscana di rinviare in via eccezionale per quest anno la data di avvio dei saldi di fine stagione, fissata ora al primo sabato di luglio.
“Più che una richiesta vera e propria, che si scontrerebbe con una serie di problemi politici e pratici, la nostra vuole essere una provocazione, o piuttosto un grido di allarme per aprire una riflessione seria sul settore moda”, chiarisce il presidente provinciale di Federmoda Confcommercio Arezzo Paolo Mantovani.
“In effetti, anche se la Toscana dovesse accogliere la nostra ipotetica richiesta e rimandare l’avvio dei saldi di un mese, ad inizio agosto ad esempio, se le Regioni limitrofe non dovessero allinearsi a questa data dovremmo comunque fronteggiare la concorrenza dei colleghi ‘oltre confine’, che sarebbero la meta del pendolarismo da saldi. Per non parlare della concorrenza del mercato on line, che non conosce né tempi né confini geografici”.
È un fatto, però, che l’ondata di maltempo che si sta abbattendo sul territorio ha penalizzato fortemente le vendite delle collezioni primavera-estate: a livello regionale si stimano cali fino al 30% rispetto allo scorso anno. “Logico che tra gli imprenditori del settore ci sia grande preoccupazione”, dice Mantovani.
“I consumi ripartiranno di sicuro con l’arrivo del caldo, ma con l’avvio dei saldi ormai alle porte la stagione primavera-estate 2019 sarà davvero cortissima e si rischia di lavorare a rimessa”, prosegue Mantovani. Nel periodo dei saldi, infatti, gli sconti dal 20% in su sui capi stagionali permettono di svuotare le scorte e avere liquidità per l’acquisto delle nuove collezioni autunno-inverno, “ma sono sconti che possiamo fare solo in virtù del fatto che prima abbiamo applicato prezzi con margini di guadagno sufficienti a pagare i costi di gestione delle nostre imprese, dipendenti compresi. Senza quei margini la nostra redditività va in fumo…”, conclude il presidente della Federmoda aretina.