È un Matteo Salvini determinato, quello che si è svegliato stamattina, e chiede ai senatori di mandarlo a processo sul caso della Nave Gregoretti.
Sequestro di persona il capo di imputazione per l’allora ministro dell’Interno, perché impedì per più di tre giorni lo sbarco di 116 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti.
La decisione ormai è presa: Salvini vuole esser giudicato, e non ha atteso per diramarla su tutti i canali a sua disposizione, dai social network ai media più tradizionali.
Il voto sulla autorizzazione a processarlo è fissato per domani, lunedì 20 gennaio: sarà dirimente sulla questione, ma avrà anche ripercussioni sul voto in Emilia per le regionali, e pare che Salvini voglia sparigliare le carte ancora una volta.
Ricordiamo che la Giunta per le immunità del Senato voterà domani 20 gennaio l’autorizzazione a procedere come deciso dalla Giunta per il regolamento, che ha approvato l’ordine del giorno del centrodestra, nonostante fossero scaduti i giorni previsti che però non sono un termine perentorio. Alla votazione ha partecipato anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, votando a favore e suscitando alcune reazioni stizzite del centrosinistra, che voleva rinviare la decisione a dopo la tornata elettorale emiliana, per non favorire la compagine leghista, che ad oggi è data vincente.
Ma Salvini non è stato a guardare, ed oggi lancia la sua sfida: processatemi, voglio vedere fino a che punto i giudici e la sinistra mi considerano un criminale. Era un concetto che aveva già espresso. Come anche la corresponsabilità nella vicenda di Conte e gli altri membri dell’allora governo gialloverde.
“Così chiariamo una volte per tutte questa questione: se difendere i confini dellʼItalia sia un crimine o un dovere”.
Scrive il leader del Carroccio: “Così decidiamo una volta per tutte se difendere i confini dell’Italia, la sicurezza e l’onore dell’Italia è un crimine oppure un dovere di un buon ministro. Non ho più voglia di perdere tempo, far perdere tempo agli italiani. Nei tribunali ci sono delinquenti veri da processare. Mi mandino a processo e trovino un tribunale abbastanza grande perché penso che milioni di italiani vorranno farmi compagnia“.
E ai giudici di sinistra dice “Andate a beccare i delinquenti e non rompete le scatole”
“Si stabilisca una volta per tutte se il giudice deve fare il giudice o il ministro. Se vuoi fare il ministro molli la toga e vai a fare il ministro, altrimenti non rompi le scatole a chi lavora: sono stufo, e processo, processo, processo. Ma andate, cari giudici di sinistra, a beccare spacciatori e delinquenti e non rompete le scatole alla gente che lavora”.
Salvini ha deciso, vuole andare a processo. Ha fatto la sua mossa, adesso la prossima è per la sinistra.
Comunque vada, Salvini pare che possa uscire vincitore da un eventuale processo: se assolto, sarà statuita la sua volontà e legittimità di arrestare l’immigrazione di massa e le Ong che in questi giorni hanno ripreso la loro attività di spola tra l’Africa e l’Italia.
Se condannato, l’effetto “martire” prevarrà nei giudizi degli Italiani, e lo premierà in termini di voti.
Soprattutto con l’argomento forte a suo favore, della assoluzione di Carola Rackete, benedetto nei giorni scorsi anche dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Agrigento che si era vista annullare l’ordine di arresto dalla Gip Alessandra Vella, secondo la quale la capitana aveva solo fatto il suo dovere, salvando vite umane e portandole nel porto sicuro più vicino. Motivazioni che, evidentemente, i supremi giudici di Cassazione hanno ritenuto fondate e fatto proprie, avendo respinto il ricorso dei Pm.
Comunque vada, dunque, Salvini dimostra di essere un politico impavido, pronto a cogliere una vittoria storica domani in Senato e soprattutto domenica in Emilia-Romagna.