Sanatoria ai blocchi di partenza. Anche se la maggioranza insiste: “Non chiamatela sanatoria”. Secondo il governo sarebbe meglio parlare di “semplice” regolarizzazione provvisoria di una categoria di migranti irregolari.
Nei fatti però, si tratta di una sanatoria a tutti gli effetti. E questa impressione è stata confermata anche dal decreto attuativo pubblicato in gazzetta nella giornata di venerdì. Prima il via libera all’ottenimento di un soggiorno regolare. Soltanto i controlli. Ecco il meraviglioso criterio che da lunedì permetterà a decine migliaia di irregolari di sanare la propria posizione.
220.000, secondo la stima del governo. Un enormità. Dobbiamo ringraziare Teresa Bellanova, il ministro sfornato da Italia Viva. Tanto che ci siamo ringraziamo pure Matteo Renzi. Con meno del 3% dei consensi riescono a rovinare un paese già in rovina. Complimenti.
Una volta effettuata la domanda, si otterrà automaticamente il permesso di soggiorno per almeno sei mesi. Dunque, si avrà il titolo di rimanere in Italia e di girare liberamente anche all’interno del territorio dell’Ue.
Un esercito di irregolari potrà liberamente vagare per l’Europa, senza avere né requisiti né titoli per farlo. Mi sembra molto di più di una sanatoria, è un lasciapassare valido per 180 giorni.
I controlli scatteranno invece soltanto dopo. Quando sarà impossibile tirare le fila della situazione. Sempre che scattino, tra l’altro. Nel decreto attuativo non è stato specificato nulla in merito. Sembra incredibile, ma è così.
Se a presentare la domanda è il datore di lavoro, è possibile sanare la posizione di coloro che erano in Italia prima dell’8 marzo. Per chi è arrivato dopo, niente. Salvo dimostrare di contrario. Se la domanda è presentata dal lavoratore, il requisito è che abbia un permesso di soggiorno scaduto a ottobre dello scorso anno.
Siamo nelle mani del peggior governo della storia della repubblica italiana.
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