Sardegna:Alessandra Todde vince al fotofinish
Dopo uno scrutinio al cardiopalma, in Sardegna vince Alessandra Todde, candidata del c.d. Campo Largo (PD-Movimento 5 Stelle) che sarà il primo Presidente di Regione donna (come la stessa ha immediatamente tenuto a precisare non appena ha proclamato la propria vittoria).
Con il 45,3% la Todde supera il candidato di centrodestra Paolo Truzzo fermo al 45%. Buon risultato per Renato Soru che si attesta all’8,7% (sostenuto da Italia Viva, Azione e, incredibilmente, Rifondazione Comunista), mentre Lucia Chiessa (indipendente) raccoglie uno scarso ‘1%.
Uno spoglio lungo 24 ore che,a un certo punto, aveva fatto pensare al ricorso al Comitato Centrale con ogni allungamento dei tempi del caso, e che invece si è concluso in tardissima serata con il sorprendente risultato
Nel pomeriggio già si intuiva che il pronostico della vigilia – vittoria netta del centrodestra – sarebbe stato smentito. Il testa a testa fra i due candidati che si è immediatamente prefigurato, non era previsto né forse prevedibile, nonostante le risse all’interno della coalizione di centrodestra sono state un leitmotiv del pre campagna elettorale. Una coalizione rissosa paga il prezzo alle elezioni. Questo purtroppo è un dato che non si discute.
La Lega si era impuntata sulla riconferma del Governatore uscente Solinas, mentre Fratelli d’Italia non ne voleva sentire parlare
Alla fine l’ha spuntata il partito di Giorgia Meloni che ha portato a casa la candidatura di Truzzu ma i malumori sicuramente non erano sedati.
Soprattutto in casa Lega. Questo certamente può essere un dato rilevante da considerare soprattutto per quella parte di elettorato leghista che potrebbe aver scelto l’astensione, invece che del voto per Truzzu. Astensione, peraltro, che si rivela un dato sempre più costante e preoccupante.
Alla contrapposizione malcelata fra gli alleati, si aggiunge una candidatura sicuramente non forte. Truzzu – ex sindaco di Cagliari – non è proprio tra i primi cittadini più amati d’Italia, prova ne sia che ha perso in modo determinante proprio nella sua città dove ha maturato un clamoroso stacco di circa un venti per cento.
Insomma una partita giocata male che è finita nel peggiore dei modi per il centrodestra
Conta altresì una tradizione ormai consolidata in Sardegna e cioè quella dell’alternanza post quinquennale. Nessun Presidente di Regione da tempo immemore riesce a strappare il secondo mandato dai cittadini sardi che evidentemente hanno una mentalità molto “maggioritaria” (il riferimento naturalmente è al sistema elettorale che porta questa denominazione).
Ma, fuor di battuta, un dato che, se non deve allarmare, deve sicuramente far riflettere la compagine di governo, dal momento che si tratta della prima sconfitta – seppur di misura – della coalizione di centrodestra.
Occorrerà tenere sott’occhio questo allarme, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali che dovranno richiedere un lavoro di condivisione più preciso e articolato proprio per evitare scenari analoghi
D’altra parte suonano abbastanza eccessive ed esagerate anche le grida di giubilo del duo Schlein – Conte a festeggiamento della vittoria di misura e che già millantano la fine della luna di miele di Giorgia Meloni con gli Italiani. Propganda! Ci sta! E’ comprensible, ma che non deve trarre in facili inganni.
Si sa, lkottimismo è il sale della vita, ma da qui a pensare che il dato sardo sia esportabile come formula vincente ce ne corre. E il campo largo ha molti passi da fare per qualificarsi come seria alternativa di governo, locale e a maggior ragione nazionale.
Infatti, il dato sardo non può assumere valenze politiche generali se non altro perchè è palesemente smentito dai dati di lista, nei quali il centrodestra continua a essere maggioranza.
Ciò, a dimostrazione del fatto che i fattori legali al candidato e alla specificità territoriale hanno giocato un ruolo essenziale e non esportabile altrove.
Se, in Sardegna, fa bene il PD che diventa primo partito con il 13,8%, esso è immediatamente seguito da Fratelli d’Italia con il 13.6%. Il cattivo risultato della Lega che si attesta al 3,8 è controbilanciato dalla crescita di Forza Italia al 6,3%. Il Movimento 5 Stelle che esprimeva la Todde, raggiunge la quota -positiva ma non determinante – del 7,8%, mentre il resto dei partiti si situano piuttosto distaccati dai maggiori.
Insomma, il cdx pur perdendo le elezioni, in linea di massima si conferma ancora la coalizione preferita dal popolo sardo.
Un tesoro da non disperdere e da valorizzare per tornare a essere vincenti fra cinque anni.
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